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Attualità
Attualità, 2/1983, 15/01/1983, pag. 15

MSAC: dalla riforma della scuola alla «Carta» dello studente

R.L.

Leggi anche

Documenti, 2025-19

Il caso Italia

II Rapporto della Pontificia commissione per la tutela dei minori

Il II Rapporto annuale della Pontificia commissione per la tutela dei minori sulle politiche e procedure della Chiesa, pubblicato il 16 ottobre, ha come periodo di riferimento il 2024 e prende in esame le conferenze episcopali che nel corso del 2024 sono andate in visita ad limina presso la Santa Sede e quindi hanno anche incontrato la Commissione, che recentemente è stata rinnovata nei suoi vertici. È questo il caso dell’Italia, che nella valutazione della Pontificia commissione presenta alcune criticità: «La Commissione rileva una notevole resistenza culturale in Italia nell’affrontare gli abusi. I tabù culturali possono rendere difficile per le vittime/sopravvissuti-e e per le loro famiglie parlare delle proprie esperienze e denunciarle alle autorità». La motivazione è articolata in una serie dettagliata di osservazioni e raccomandazioni, sia generali sia specifiche per regioni. Il Rapporto osserva che nonostante «alcune Chiese locali siano riuscite a creare soluzioni pionieristiche e persino a instaurare proficue collaborazioni con la società civile, permangono forti disparità tra le diverse regioni». Inoltre la CEI «non dispone di un ufficio centralizzato di ricezione delle segnalazioni/denunce e di analisi, in modo tempestivo e comparativo, della corretta gestione dei casi nelle diverse regioni, al fine di promuovere lo sviluppo uniforme ed efficace di servizi inerenti alle denunce». Lo stesso 16 ottobre la CEI ha risposto con una nota (cf. in questo numero a p. 611). Pubblichiamo la sezione del Rapporto relativa alla Conferenza episcopale italiana (pp. 47-70).

Documenti, 2025-15

Tracce per la fase attuativa

Segreteria generale del Sinodo

Il 7 luglio è stato pubblicato dalla Segreteria generale del Sinodo il documento dal titolo Tracce per la fase attuativa del Sinodo. 2025-2028. Il testo, volto a offrire un quadro di riferimento per le Chiese locali di tutto il mondo nell’attuazione del Sinodo sulla sinodalità 2021-2024 e a promuovere il dialogo che condurrà all’Assemblea ecclesiale del 2028, si articola in quattro capitoli, scanditi da indicazioni per accompagnare l’ultima fase del processo sinodale avviato da papa Franceso e rilanciato ora dal nuovo pontefice. L’ottica di sinodalità e atteggiamento comunitario è stata confermata da Leone XIV, che ha istituito due ulteriori gruppi di studio accanto ai 10 creati da Francesco per approfondire la riflessione sui temi canonici, teologici e pastorali salienti emersi nel processo sinodale. Obiettivo primario del percorso è quello di ampliare la partecipazione a quanti sono ancora ai margini del cammino sinodale, persone e gruppi di diverse identità culturali e condizioni sociali, poveri ed esclusi in primis. L’introduzione al documento del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, sottolinea il ruolo primario di una Chiesa che sappia essere «segno e strumento di unità» in questo «mondo che si avvita in una spirale di violenza e di guerra senza fine, che fa sempre più fatica a costruire occasioni di incontro e di dialogo, in vista del bene comune e della pace». La Segreteria generale del Sinodo manterrà un ruolo centrale di ascolto e accompagnamento, animando il dialogo e lo scambio tra le Chiese. Elencando le future tappe del cammino sinodale, viene annunciato il giubileo delle équipe sinodali, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2025.

 

Documenti, 2025-15

Rimettere il debito ecologico

Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale

Con la nota tematica Giubileo 2025: remissione del debito ecologico, pubblicata il 24 giugno dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Santa Sede ha nuovamente chiesto che sia cancellato il debito estero dei paesi più poveri. Infatti mentre il debito ecologico è causato soprattutto dai paesi industrializzati, i costi del consumo eccessivo di risorse naturali rappresentano un pesante fardello per le generazioni future e per il pianeta, che grava eccessivamente sui paesi più poveri e ne limita lo sviluppo non solo economico, ma anche umano: in definitiva il debito estero dei paesi poveri e il debito ecologico di quelli dei paesi ricchi sono due facce della stessa medaglia. «Proprio questo squilibrio ha portato molti a ritenere che i paesi in via di sviluppo vantino, nei confronti dei paesi più industrializzati, un vero e proprio credito ecologico, che dovrebbe almeno in parte compensare il debito finanziario da cui sono gravati».

Il documento viene pubblicato a metà dell’anno santo 2025 e riprende una delle tradizioni più antiche di questi «anni giubilari» ecclesiastici: la cancellazione del debito dei paesi più poveri. La richiesta era già stata formulata nella bolla d’indizione emanata da papa Francesco Spes non confundit del maggio 2024 e nel messaggio per la giornata mondiale della pace 2025. Secondo il nuovo documento, non si tratta di un gesto di solidarietà o di generosità, ma di giustizia da ristabilire. Tali iniziative non mirano a penalizzare i paesi più ricchi, ma a costruire una «nuova alleanza tra i popoli», per la quale le Chiese devono lavorare.