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Documenti, 19/2025

Dilexi te

Esortazione apostolica sull'amore verso i poveri

Leone XIV

«In continuità con l’enciclica Dilexit nos, papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un’esortazione apostolica sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolata Dilexi te… Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato» (n. 2). Così Leone XIV, nelle prime pagine, dà conto della nascita della prima esortazione apostolica del suo pontificato, intitolata Dilexi te sull’amore verso i poveri e pubblicata il 4 ottobre. Al centro del documento vi è «il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri»: «Non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della rivelazione: il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia» (n. 5). Dimenticare i poveri, come può accadere ai cristiani «contagiati… da ideologie mondane o da orientamenti politici ed economici», significherebbe «uscire dalla corrente viva della Chiesa che sgorga dal Vangelo e feconda ogni momento storico» (n. 15). Per questo, dopo l’illustrazione dell’«opzione preferenziale da parte di Dio per i poveri» nella Scrittura, quasi due terzi dell’esortazione sono dedicati alla «bimillenaria storia di attenzione ecclesiale verso i poveri e con i poveri» (n. 103), dall’epoca patristica fino alla dottrina sociale e al magistero degli ultimi decenni. I poveri sono anche oggi una sfida ineludibile per la Chiesa, poiché «non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo» (n. 110).

La cura della solidarietà

Discorso ai partecipanti all'Incontro mondiale dei movimenti popolari

Leone XIV

«Questo camminare insieme testimonia la vitalità dei movimenti popolari come costruttori di solidarietà nella diversità. La Chiesa deve essere con voi: una Chiesa povera per i poveri, una Chiesa che si protende, una Chiesa che corre dei rischi, una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa!». Dal 21 al 24 ottobre 2025 Roma ha ospitato il 5° Incontro mondiale dei movimenti popolari, summit internazionale che riunisce delegazioni provenienti da tutto il mondo per riflettere e agire sui grandi temi della terra, della casa e del lavoro, considerati da papa Francesco «diritti sacri» propri della dignità umana.

Il cuore dell’evento è stata l’udienza privata del 23 ottobre, in cui papa Leone ha incoraggiato tutti i presenti a continuare le loro «giuste lotte» per la terra, la casa e il lavoro, assicurando la vicinanza della Chiesa.

Nell’occasione il papa ha espresso in termini chiari una valutazione negativa sulle politiche di alcuni Stati, in merito agli immigrati: «Con l’abuso dei migranti vulnerabili, non assistiamo al legittimo esercizio della sovranità nazionale, ma piuttosto a gravi crimini commessi o tollerati dallo Stato. Si stanno adottando misure sempre più disumane – persino politicamente celebrate – per trattare questi “indesiderabili” come se fossero spazzatura e non esseri umani. Il cristianesimo, invece, si riferisce al Dio amore, che ci rende fratelli tutti e ci chiede di vivere da fratelli e sorelle».

Disegnare nuove mappe di speranza

Lettera apostolica in occasione del 60° anniversario della dichiarazione conciliare Gravissimum educationis

Leone XIV

«Nel 60° anniversario della Gravissimum educationis, la Chiesa celebra una feconda storia educativa, ma si trova anche di fronte all’imperativo di aggiornare le sue proposte alla luce dei segni dei tempi». La lettera apostolica di papa Leone XIV Disegnare nuove mappe di speranza è stata pubblicata il 28 ottobre in occasione del 60° anniversario della dichiarazione Gravissimum educationis del concilio Vaticano II, che ha riaffermato il diritto di ciascuno all’educazione e indicato la famiglia come prima scuola di umanità. «Sessant’anni dopo... la storia ci interpella con urgenza nuova. I mutamenti rapidi e profondi espongono bambini, adolescenti e giovani a fragilità inedite. Non basta conservare: occorre rilanciare. Chiedo a tutte le realtà educative di inaugurare una stagione che parli al cuore delle nuove generazioni, ricomponendo conoscenza e senso, competenza e responsabilità, fede e vita».

Tra le sfide individuate c’è quella dell’intelligenza artificiale: «Il punto decisivo non è la tecnologia, ma l’uso che ne facciamo. L’intelligenza artificiale e gli ambienti digitali vanno orientati alla tutela della dignità, della giustizia e del lavoro; vanno governati con criteri di etica pubblica e partecipazione; vanno accompagnati da una riflessione teologica e filosofica all’altezza. Le università cattoliche hanno un compito decisivo: offrire “diaconia della cultura”, meno cattedre e più tavole dove sedersi insieme, senza gerarchie inutili, per toccare le ferite della storia e cercare, nello Spirito, sapienze che nascano dalla vita dei popoli».

Il caso Italia

II Rapporto della Pontificia commissione per la tutela dei minori

Il II Rapporto annuale della Pontificia commissione per la tutela dei minori sulle politiche e procedure della Chiesa, pubblicato il 16 ottobre, ha come periodo di riferimento il 2024 e prende in esame le conferenze episcopali che nel corso del 2024 sono andate in visita ad limina presso la Santa Sede e quindi hanno anche incontrato la Commissione, che recentemente è stata rinnovata nei suoi vertici. È questo il caso dell’Italia, che nella valutazione della Pontificia commissione presenta alcune criticità: «La Commissione rileva una notevole resistenza culturale in Italia nell’affrontare gli abusi. I tabù culturali possono rendere difficile per le vittime/sopravvissuti-e e per le loro famiglie parlare delle proprie esperienze e denunciarle alle autorità». La motivazione è articolata in una serie dettagliata di osservazioni e raccomandazioni, sia generali sia specifiche per regioni. Il Rapporto osserva che nonostante «alcune Chiese locali siano riuscite a creare soluzioni pionieristiche e persino a instaurare proficue collaborazioni con la società civile, permangono forti disparità tra le diverse regioni». Inoltre la CEI «non dispone di un ufficio centralizzato di ricezione delle segnalazioni/denunce e di analisi, in modo tempestivo e comparativo, della corretta gestione dei casi nelle diverse regioni, al fine di promuovere lo sviluppo uniforme ed efficace di servizi inerenti alle denunce». Lo stesso 16 ottobre la CEI ha risposto con una nota (cf. in questo numero a p. 611). Pubblichiamo la sezione del Rapporto relativa alla Conferenza episcopale italiana (pp. 47-70).

Rapporto sulla tutela: la CEI risponde

Conferenza episcopale italiana

Il 16 ottobre la Conferenza episcopale italiana ha pubblicato sul proprio sito una nota intitolata Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili: l’impegno delle Chiese in Italia, reagendo alle osservazioni contenute nel II Rapporto annuale sulle politiche e procedure della Chiesa. Periodo di riferimento 2024, pubblicato dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori (cf. qui a p. 599; www.chiesacattolica.it).

 

La Parola sul cuore

Lettera sulla trasmissione della fede

Card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa

È la trasmissione della fede in un tempo di secolarizzazione il tema del documento pastorale del card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, intitolata La Parola sul cuore. Lettera sulla trasmissione della fede e pubblicata il 21 settembre per l’anno pastorale 2025-2026. Partendo dall’incipit della Prima lettera di Giovanni, il card. Repole constata – di fronte al venir meno di un cristianesimo di popolo – la necessità di «cristiani che annunciano con la testimonianza della loro vita, in tutte le dimensioni della loro esistenza... Solo dei cristiani che si lasciano continuamente immettere nella comunione con Cristo e con i fratelli possono risultare credibili e possono far sì che il Vangelo sia preso in seria considerazione da chi li incontra».

Al tempo stesso a livello comunitario «si rende indispensabile un cambiamento di rotta» nella mentalità e nelle strutture deputate all’annuncio, ancora imperniate nella catechesi ai bambini che continua ad assorbire la gran parte delle energie, indirizzando invece l’attenzione verso i giovani («la pastorale giovanile non può più essere considerata come uno dei tanti ambiti dell’agire ecclesiale»), gli adulti e le persone di altre culture.

Verona - Lettera pastorale di mons. Pompili; Tempio Pausania - Lettera-invito per la pace

VERONA Lettera pastorale di mons. Pompili Nella lettera pastorale Sul limite, pubblicata l’8 settembre, «vogliamo misurare il sogno nel suo specifico impatto con la realtà: nei suoi inevitabili aspetti di debolezza ma soprattutto nei suoi promettenti aspetti di forza, in modo da raccogliere le energie necessarie a spiccare e a orientare il volo». Confrontandosi con la Scrittura...

Vescovi delle Filippine; Vescovi cattolici orientali d'Europa; Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme sul cessate il fuoco; Documento di sintesi del Cammino sinodale italiano; Conferenza di Fede e costituzione

8 settembre 2025. I vescovi delle Filippine ai giovani. La Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP) invita i giovani a guidare la lotta contro la corruzione, soprattutto nei progetti di controllo delle inondazioni. In una lettera pastorale dell’8 settembre, i vescovi affermano che i giovani detengono «le chiavi di una nuova cultura», in cui prevalgano verità e responsabilità....

Dove vedo la speranza

Il primo saluto dell'arcivescova di Canterbury

Sarah Mullally

«Lavare i piedi ha plasmato la mia vocazione cristiana come infermiera, poi come prete e infine come vescova. Nell’apparente caos che ci circonda, in mezzo a una così profonda incertezza globale, la possibilità di guarigione risiede negli atti di gentilezza e amore».

Il 3 ottobre l’Ufficio del primo ministro del Regno Unito ha annunciato la nomina del 106° arcivescovo di Canterbury da parte della Commissione per le nomine della Corona dopo l’approvazione della candidatura da parte di re Carlo III: sarà Sarah Mullally, vescova di Londra dal 2018. Per la prima volta nella storia su quella cattedra siederà, dal 2026, una donna. Lo stesso giorno dell’annuncio, la vescova ha tenuto un discorso di saluto nella cattedrale di Canterbury, che qui riportiamo.

La vescova Mullally, che ha 63 anni, succede a Justin Welby, che si era dimesso nel novembre 2024 dopo la pubblicazione del rapporto Makin sulla gestione da parte della Chiesa degli abusi perpetrati da John Smyth. Prima di diventare prete Sarah Mullally aveva lavorato come infermiera a Londra, diventando poi la più giovane responsabile nazionale dei servizi infermieristici.