La logica del caos. La logica del caso. In italiano le due parole – caos e caso – sono l’una l’anagramma dell’altra.
Yousef Elqedra è un poeta nato a Gaza nel 1983. Là è cresciuto, là ha studiato Lingua e letteratura araba presso l’Università al-Ahzar; là, per quanto ci è noto, vive ancora. La precarietà è sigillo dell’umano, ma ci sono luoghi in cui essa s’impone con maggior forza. Tra le poesie da lui scritte dopo il 7 ottobre ce n’è una dedicata alla «zona umanitaria» di al-Mawasi (Khan Yunis). Ha come per oggetto la tenda.
Il 6 settembre scorso, nella riunione del Comitato nazionale, si è compiuto un passaggio significativo verso la III Assemblea sinodale italiana prevista per il 25 ottobre.
Tracciare anche solo le linee essenziali del pensiero politico di Agostino è cosa piuttosto ardua. Ci sono almeno due ragioni principali che rendono sempre difficoltosa questa impresa.
Un remoto evento di carattere teologico come il concilio di Nicea, di cui quest’anno ricorre il 1700° anniversario (cf. Regno-att. 2,2025,47), ha appassionato i partecipanti alla sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche (SAE) che si è svolta alla Foresteria del Monastero di Camaldoli dal 27 luglio al 2 agosto sul tema «Da Nicea a oggi: ecumenismo tra memoria e futuro».
Tra il 17 e il 20 giugno 2025 la Pontificia università gregoriana ha ospitato l’annuale International Safeguarding Conference, quest’anno dedicata a un tema importante e quanto mai urgente, evocato significativamente dal titolo «Women of Faith, Women of Strength: A Safeguarding Conference» (Donne di fede, donne di forza: una conferenza sul Safeguarding).
Dal 25 al 28 agosto si è tenuto a Pisa – presso l’Auditorium «Giuseppe Toniolo» – il XXIX Congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana (ATI) dal titolo «“Luce delle genti”.
Una serie di eventi di respiro continentale ha offerto uno spaccato del momento teologico ed ecclesiale europeo
Il 28 agosto scorso, mediante i decreti emanati da sua beatitudine Mar Raphael Thattil, arcivescovo maggiore della Chiesa siromalabarese, sono state istituite 4 nuove province ecclesiastiche: Faridabad, Ujjain, Kalyan e Shamshabad.
Passeggiando per Piazza Transalpina è facile imbattersi in bambini che saltellano di qua e di là dalla linea che tratteggia il confine fra Italia e Slovenia. Più precisamente fra Gorizia e Nova Gorica, dove anche i più grandi non resistono al fascino di tornare piccoli posando i piedi a cavallo di due stati diversi.
Dove ci eravamo lasciati, lì ci siamo anche ritrovati. Così potremmo riassumere lo spirito con cui si è aperta l’82a Mostra del cinema di Venezia, letteralmente incagliata su fine vita, eutanasia e suicidio medicalmente assistito.
Tra i più vistosi fenomeni del mondo attuale si può collocare la risemantizzazione della categoria di «antisemitismo»
Il titolo di questo lavoro di Marco Politi ne rispecchia bene, specie nell’aggettivo «incompiuta», il contenuto: attraverso 12 capitoli – tanti quanti gli anni di durata del pontificato – l’autore, commentatore acuto ed esperto di cose vaticane, esamina le aree principali nelle quali il ministero di Francesco si è esercitato.
Ai suoi contemporanei la vita di Frassati era apparsa subito come «la vita di un forte» (…); era morto a 24 anni e, benché forte scalatore, era pur sempre un giovane. (…) La forza e la virilità, il coraggio guerriero in quegli anni erano esaltati dal fascismo in chiara polemica contro gli ideali della borghesia che venivano descritti come «pantofolai».
C’è qualcosa di struggente nel leggere oggi questo piccolo pamphlet che Stefan Zweig scrisse al termine del primo conflitto mondiale.
L’autore, docente di Storia del cristianesimo antico alla Sorbona, sviluppa in quattro capitoli, di maggiore o minore estensione, alcune importanti e rilevanti tematiche che correlano il pensiero dei padri della Chiesa con l’economia.
Il titolo del volume riprende quello dell’incontro, organizzato nel 2024 dalla rivista e dalla Comunità monastica di Camaldoli, che ha affrontato due grandi temi del Novecento: il post-fascismo e il post-comunismo.
Si parte da un testo che possiamo sentire urticante e piuttosto antimoderno. C’è una coppia, sono Sara e Tobia; in modo alquanto avventuroso sono diventati marito e moglie, ma il testo informa che si amano, addirittura lui «l’amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei» (Tb 6,19).
Nel cuore della giustizia minorile si sta muovendo un’idea forte e rivoluzionaria: il conflitto può diventare un’occasione per ricostruire legami.
Il volume raccoglie una cospicua serie di saggi (di cui solo l’ultimo successivo alla clamorosa scoperta di nuove omelie di Origene nel 2012) già pubblicati in riviste scientifiche e dunque non facilmente reperibili da parte dei non specialisti.
Il domenicano Adrien Candiard, priore del convento del suo ordine a Il Cairo, sottopone ai lettori la domanda che un giovane ricco, a sua volta, pose a Gesù, come riporta l’evangelista Matteo nel proprio Vangelo.
Six Feet Under è stata trasmessa negli Stati Uniti dal 2000 al 2005; narra le vicende della famiglia Fisher, che gestisce un’impresa di pompe funebri. Ogni puntata si apre con la morte di una persona: la storia del defunto e la preparazione delle esequie a cura dell’azienda/famiglia s’intrecciano con le vicende personali dei protagonisti.
Nel titolo dell’opera del giovane ricercatore (l’autore è nato nel 1989) il termine «sinagoga» va inteso nel significato globale che lo rende un modo per riferirsi al popolo ebraico.
La parola tabù del nostro tempo drammatico non è tanto pace, ma genocidio. Se a nessuno sfugge il significato, è ancor più vero che fino a poche settimane fa nessuno aveva l’ardire di pronunciarla nel caso di Gaza, così da violare una sorta di autocensura linguistica, di refrattarietà lucida e consapevole.
Qui in questa rubrica Bruce Marshall lo conosciamo già per Il miracolo di padre Malachia (Regno-att. 20, 2022,654; l’originale è del 1931), pirotecnica storia di un miracolo bizzarro che si è rivelato piuttosto inutile e forse dannoso rispetto al fine che il buon Malachia si era prefissato, ovvero convertire tiepidi credenti e miscredenti alla vera unica fede cattolica.
Da tempo in gestazione, anticipato in prima bozza a fine luglio, è uscito a inizio settembre il decreto-flussi per il triennio 2026-2028. Numeri e ampiezza dei settori coinvolti rivelano un dato a cui il dibattito corrente non sembra prestare sufficiente attenzione: le contraddizioni delle politiche migratorie del Governo Meloni.
Il card. Jaime Splengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile), è membro del Dicastero per la dottrina della fede e di quello per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nonché presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB) e del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM).
In America Latina, l’uso d’origine coloniale in base al quale una festa patria prevede una celebrazione religiosa in cui l’arcivescovo della capitale prende la parola di fronte alle più alte cariche dello Stato non è una specificità esclusiva dell’Argentina, ovvero della nazione in cui la cattolicità ha costituito un vero e proprio mito fondatore (cf. Regno-att. 12,2025,350).
Dal 17 al 20 agosto scorso a Bogotà ha avuto luogo il primo incontro dei vescovi della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA).
L’Africa è il continente delle contraddizioni. La povertà è ancora largamente diffusa, con comunità che vivono in condizioni di miseria. Eppure, la ricchezza cresce.
Anche quest’anno Stefania Tomasini (Prometeia) fa il punto sulla congiuntura economica italiana, nel contesto della situazione internazionale. Un excursus che tocca le «sfide più contingenti, i dazi, e quelle più strutturali, dalla demografia alla tecnologia al clima». Particolarmente approfondito è il riferimento alla transizione demografica e alle sue molteplici implicazioni: l’incidenza su tutte le componenti del reddito pro-capite, «le scelte della famiglie in termini di consumo e di risparmio», la grande ondata di trasferimenti patrimoniali man mano che usciranno dalla popolazione le coorti dei baby boomer. Nell’insieme, conclude lo studio, si tratta di sfide da affrontare con scelte politiche e istituzionali. «Sarebbe necessario un “salto di qualità”, perché gli usuali strumenti avranno le armi spuntate». Mentre qualora l’Europa «non procedesse verso una maggiore condivisione, a partire dalla politica commerciale e della difesa per arrivare alle politiche per rilanciarne competitività e produttività», si dovrebbe parlare di «un’occasione persa».