È la trasmissione della fede in un tempo di secolarizzazione il tema del documento pastorale del card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, intitolata La Parola sul cuore. Lettera sulla trasmissione della fede e pubblicata il 21 settembre per l’anno pastorale 2025-2026. Partendo dall’incipit della Prima lettera di Giovanni, il card. Repole constata – di fronte al venir meno di un cristianesimo di popolo – la necessità di «cristiani che annunciano con la testimonianza della loro vita, in tutte le dimensioni della loro esistenza... Solo dei cristiani che si lasciano continuamente immettere nella comunione con Cristo e con i fratelli possono risultare credibili e possono far sì che il Vangelo sia preso in seria considerazione da chi li incontra».
Al tempo stesso a livello comunitario «si rende indispensabile un cambiamento di rotta» nella mentalità e nelle strutture deputate all’annuncio, ancora imperniate nella catechesi ai bambini che continua ad assorbire la gran parte delle energie, indirizzando invece l’attenzione verso i giovani («la pastorale giovanile non può più essere considerata come uno dei tanti ambiti dell’agire ecclesiale»), gli adulti e le persone di altre culture.
Nel rapporto tra Chiesa e modernità, dopo il Concilio si è spesso slittati dal modello originario del «sì, ma» a quello strumentale del «no, ma».
Il 23 settembre a Gorizia, dove si svolgeva l’incontro del Consiglio episcopale permanente, si è tenuta una Veglia di preghiera per la pace, durante la quale è stato firmato e diffuso un Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia (www.chiesacattolica.it).
Attualità
Documenti
Moralia
il Regno delle Donne
Newsletter
{{resultMessage}}
{{warningMessage}}
{{resultMessage}}