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Attualità
Attualità, 2/1996, 15/01/1996, pag. 50

Dopo Tiananmen: i diritti umani nella Cina di Deng

K. Bucaioni
Per l'Europa fu l'anno della caduta dei muri, ma per la Cina il 1989 fu l'anno di Piazza Tiananmen. Il sostanziale successo del governo cinese nel far dimenticare all'estero quei carri armati, grazie soprattutto alla straordinaria performance a livello economico, non significa che siano venuti meno i motivi di fondo della protesta degli studenti, e cioè la mancanza nella Cina "aperta" di Deng non meno che in quella di Mao di un'effettiva libertà d'opinione. Nonostante le riforme in campo giuridico degli anni '80, proprio la repressione seguita al 1989 ne ha mostrato i limiti: dominano ancora l'enorme discrezionalità delle forze di polizia e l'utilizzo dei "campi di lavoro" a scopo punitivo/rieducativo, metodi tipici dei regimi totalitari. Analoga la dinamica seguita dalla politica in campo religioso. Nel declino del fattore ideologico, il forte potere militare diventa interlocutore obbligato di chiunque aspiri alla successione di Deng, ormai ultranovantenne.

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