Armi batteriologiche: non solo antrace
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Durante la pandemia, la crescente influenza della tecnologia sulla vita quotidiana ha dato a Mark Zuckerberg un nuovo slancio: davanti a una platea bardata con caschetti, il fondatore di Facebook ha annunciato in pompa magna il lancio del «Metaverso». Derivato dal mondo del cyberpunk, il Metaverso intende spingere al massimo l’immersione e l’esperienza interattiva. In questo spazio virtuale potremo incontrarci, lavorare, giocare, consumare...
Le previsioni che scaturiscono dagli studi sul cambiamento climatico evocano spesso per il pianeta la prospettiva di trasformarsi in una terra «desolata e deserta» (cf. Ger 4,23-28). Di qui le iniziative a livello internazionale, come la recente COP26, cui le grandi tradizioni religiose non fanno mancare il proprio sostegno (cf. in questo numero a p. 615 e a p. 666). Il celeberrimo brano di Geremia, vera e propria «de-creazione» che comprende anche la fine degli alberi, è anche il punto di partenza della riflessione «sui diversi significati della natura e, in particolare, degli alberi nella Bibbia» sviluppata in questo saggio di Jean Louis Ska. L’autore vi si addentra sottolineando tanto gli aspetti funzionali della vegetazione descritta nelle Scritture (nutrimento e materiale da costruzione), quanto il vasto repertorio di immagini e di metafore che essa rappresenta per gli autori biblici: come gli alberi che crescono presso un corso d’acqua, i quali sono simbolo del giusto che si alimenta della grazia divina. Particolarmente suggestiva l’osservazione finale relativa all’albero della conoscenza del bene e del male al centro dei cc. 2-3 della Genesi: senza entrare nel dibattito sul significato preciso dell’espressione, Ska si sofferma sul sostantivo «conoscenza» per mostrare come l’intuizione biblica intorno alla «cultura» degli alberi è confermata da alcuni studi recenti della botanica: alberi e piante sono portatori di una loro «intelligenza» e hanno dunque «molto da insegnarci» su come custodire il creato.
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