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Attualità
Attualità, 12/2011, 15/06/2011, pag. 418

La tradizione cristiana sulla pace e sulla guerra: «Dio lo vuole»

F. Mandreoli
Quali sono le sorgenti della violenza religiosa? La religione, che pur è l’unico potere sufficientemente forte per dominare la violenza e diffondere la pace, l’intesa e la giustizia, possiede una forza polarizzante. Utilizzando il modello applicato da Carl Schmitt per definire il politico – il politico come il polarizzante e come il totalizzante, che elimina tutte le altre distinzioni – è possibile per Jan Assmann risalire all’origine della violenza in nome di Dio nell’abbozzo di «religione totale» testimoniato dalla concezione deuteronomista dell’alleanza con Dio, che poi raggiunge l’estremo d’intensità nella semantica apocalittica. De-politicizzare e detotalizzare il proprio messaggio è soprattutto oggi, quando le diverse fedi si trovano fianco a fianco e l’appello alla violenza in nome di Dio rischia di compromettere la serenità della convivenza e l’anelito dei credenti alla pace, il compito delle religioni rivelate. Per le Chiese cristiane si tratta di un atto di fedeltà al Vangelo, che nel corso della storia è stato portato a giustificazione del «Dio lo vuole» di guerre sante e crociate. Solo un’approfondita rilettura della Bibbia e della tradizione cristiana può portare la comunità dei credenti a contribuire significativamente a una comprensione più avanzata non solo del mistero della Chiesa, ma anche «del mondo occidentale europeo e della sua – tuttora – complessa e spesso ambigua relazione con la costruzione della pace e la gestione della violenza» (F. Mandreoli).

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