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Attualità
Attualità, 18/2011, 15/10/2011, pag. 583

Francia - Riforma liturgica: una rinnovata pastorale. Esigenze e sfide attuali

C. Dagens
Da qualche tempo si è oltrepassata in Francia una soglia importante: si riconosce il posto centrale che occupano la liturgia, la preghiera e i sacramenti della Chiesa nella vita ordinaria delle comunità cristiane. Si è rinunciato quasi ovunque alla contrapposizione fittizia e pericolosa, che si era concepita e praticata in passato, fra il cosiddetto culto e la missione, svalutando il primo e considerandolo secondario dal punto di vista della sua efficacia pastorale. A modo suo, nel 1996, la Lettera ai cattolici di Francia (Regno-doc. 7,1997,219ss) non ha esitato ad affermare il ruolo primario della liturgia per «formare una Chiesa che propone la fede». Quest’affermazione, profondamente fedele alla grande tradizione della Chiesa, può essere giustificata anche da realismo pastorale: infatti, gli atti sacramentali, nel loro svolgimento e nella loro preparazione, partecipano all’attività di evangelizzazione. L’esperienza dimostra che sono spesso persone estranee alla fede cattolica a percepire qualcosa del mistero di Dio, assistendo alla celebrazione di un battesimo, di un matrimonio, di un funerale o all’eucaristia domenicale. Il linguaggio dei segni liturgici le raggiunge o le risveglia al di là del linguaggio delle parole, tanto più che queste persone non dispongono di parole per indicare la loro ricerca di Dio.

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Sono a firma di mons. Claude Dagens, vescovo di Angoulême e membro dal 2008 dell’Académie française, le considerazioni su «Indifferenza religiosa, visibilità della Chiesa ed evangelizzazione» presentate all’Assemblea dei vescovi francesi il 3 novembre scorso, di cui qui presentiamo le parti principali. Frutto di un dibattito apertosi con l’assemblea di Lourdes del 2008, che ha dato mandato a un gruppo di lavoro presieduto dal presule (che da tempo si occupa del rapporto tra fede e società contemporanea, cf. Regno-doc. 11,1996,340; 7,1997,219; 9,2004,305; Regno-att. 2,2008,5), le linee principali d’approfondimento sono due: il tema dell’indifferenza religiosa, da intendere come condizione della società contemporanea che non esclude attese – a volte confuse o male espresse – di tipo spirituale; e quello della visibilità della Chiesa, «non riducibile alla sua superficie mediatica» ma da comprendere dal punto di vista sacramentale. Di qui scaturiscono alcuni «atteggiamenti pastorali» proposti quali stili di vita della Chiesa nella società contemporanea.
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