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Attualità
Attualità, 18/2012, 15/10/2012, pag. 644

Il Dio creatore. Sui ricorrenti tentativi di cercare conferme scientifiche nella Bibbia

P. Stefani
Anche i teologi, al pari di tutti gli esseri umani, sognano. A volte però anche i loro sogni sono teologici e ciò non è da tutti. Un illustre esponente di questa nobile categoria sognò di morire e di giungere alle porte del Paradiso. Bussò e si presentò al custode qualificandosi come un uomo giusto che, attraverso il suo lavoro, aveva fatto crescere la gloria di Dio. Ottenne una risposta sconcertante: come potrebbe, un essere buffo come lui, aumentare la gloria dell’Altissimo? E poi, cosa mai significa questa strana parola “uomo”? Il custode non l’aveva mai sentita; si rivolse perciò al bibliotecario, un essere globulare dotato di mille occhi. Gli pose la questione di cosa volesse dire il termine “uomo” e che cosa s’intendesse per abitare su un pianeta sconosciuto chiamato “Terra”. Anche il bibliotecario non lo sapeva, inoltre ignorava l’espressione “Sistema solare”. Anche “Via lattea” non gli disse nulla. Il termine “galassia” gli risuonò più famigliare, sapeva che nell’universo ce n’era qualche centinaio di milioni. Ma appunto per questo era impossibile ricordarle tutte. Affidò l’indagine a un sottobibliotecario specializzato in materia…

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60 anni di dialogo ebraico-cristiano: l'unica radice

C.M. Rutishauser, P. Stefani

Il significato del rapporto ebraico-cristiano «non è dato da sé», ma è «costituito dal contesto sociale», soggetto a «forti cambiamenti», come quello rappresentato dal massacro compiuto da Hamas e da ciò che ne è seguito. Muove da questo presupposto il gesuita C.M. Rutishauser, che mette a fuoco tre snodi: la compresenza di due narrazioni secolari sulla colpa europea, quella della Shoah e quella del postcolonialismo; la rimessa in discussione del paradigma occidentale della secolarizzazione e il confronto mondiale tra forze liberaldemocratiche e forze identitarie di cui Israele sembra oggi il teatro; il compito attuale del dialogo ebraico-cristiano alla luce del legame storico e teologico tra ebraismo e cristianesimo. Un dialogo oggi urgente e allo stesso tempo in crisi, come afferma P. Stefani, rileggendo, nel 60° della sua promulgazione, la dichiarazione conciliare Nostra aetate. Essa è stata l’«inizio di una svolta» nei rapporti cattolico-ebraici e «foriera di grandi e tutt’altro che esaurite conseguenze». Cruciali tra di esse l’abbandono, tuttora incompiuto, della teologia della sostituzione e l’assenza, nel testo conciliare, del tema del rapporto della Chiesa con la terra d’Israele.

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Sogni e politica alimentare

Roosevelt e Giuseppe

P. Stefani
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Gli interrogativi teologici posti dal gruppo Teshuvah

P. Stefani
Da vari anni opera a Milano il gruppo interconfessionale Teshuvah. La parola in ebraico significa «ritorno, pentimento» (nell’ebraico contemporaneo anche «risposta»). La denominazione prospetta, accanto all’ascolto della tradizione ebraica, l’esigenza di un cammino di conversione inteso come «ritorno» a Dio, alle fonti bibliche e alle origini della tradizione cristiana. Questa prospettiva ha una propria peculiarità che caratterizza gli obiettivi del gruppo in modo differente da quelli delle esperienze di amicizia o di dialogo tra ebrei e cristiani.