Attualità, 6/2012, 15/03/2012, pag. 151
Siria - Guerra civile: Si riscrive la presenza religiosa
Schiacciati tra due fuochi. Vittime come tutti gli altri del fuoco dell’artiglieria di Bashar al Assad, nelle città controllate dall’opposizione. Ma anche pericolosamente nel mirino di quelle frange islamiste radicali che – giorno dopo giorno – sembrano contare sempre di più tra le file della «resistenza». A oltre un anno – ormai – dall’inizio della crisi siriana, con il suo carico di quasi 9.000 morti (cf. Regno-att. 6,2011,152; 12,2011,381; 16,2011,508), è sempre più alta la preoccupazione per la sorte dei cristiani locali, schiacciati in quello che è ormai un conflitto aperto tra i sunniti (sostenuti dall’Arabia Saudita e dalle emittenti del Golfo) e gli alawiti (fedeli al presidente Bashar al Assad e ai suoi alleati sciiti di Teheran). Le testimonianze più drammatiche giungono oggi da Homs, la città martire di questa guerra. Qui la Chiesa siro-ortodossa ha denunciato espressamente episodi di pulizia etnica ai danni dei cristiani, messi in atto dalle milizie sunnite della Brigata Faruq (vicine ad Al-Qaeda) proprio mentre era in corso l’offensiva dell’esercito di Assad. Il vicario apostolico di Aleppo, mons. Giuseppe Nazzaro, ha dichiarato all’agenzia Fides di non essere in grado di confermare (ma nemmeno di smentire) questa specifica notizia. Ma ha ugualmente spiegato che la situazione nella regione di Homs si è fatta ormai incandescente per i cristiani.
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