A
Attualità
Attualità, 4/2015, 15/04/2015, pag. 281

Giuseppe Pasini: una vita di Caritas

E in sodalizio con mons. Nervo

Antonio Cecconi
Don Giuseppe Pasini arrivò in Caritas italiana poco dopo la nascita dell’organismo pastorale voluto da Paolo VI e affidato alla lungimiranza di mons. Giovanni Nervo, padovano come lui (1918-2013; cf. Regno-att. 6,2014,171). Pasini era già a Roma dal 1967 come viceassistente nazionale delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (ACLI), si dedicava soprattutto alla «gioventù aclista». Anni di fermento sociale ed ecclesiale, di forte attenzione verso una giustizia sociale che per una parte dei cristiani voleva dire la fine del collateralismo con la Democrazia cristiana e altre scelte di campo viste con sospetto o addirittura paura dai vescovi e dai cattolici benpensanti. Di qui la decisione di «ritirare» dalle ACLI gli assistenti ecclesiastici che non avevano già provveduto in proprio (e che entrarono nel nascente ufficio CEI per la pastorale sociale e del lavoro, o come assistenti di associazioni cattoliche più... allineate). Don Giuseppe non fu tra questi. Nel periodo aclista Pasini agì anche da storico, completando la sua tesi di laurea in Scienze politiche, poi pubblicata nel volume Le ACLI delle origini. Testo fondamentale per capire la genesi di un’organizzazione sorta nel segno di una duplice fedeltà: alla Chiesa e al mondo del lavoro, che all’epoca voleva dire soprattutto la classe operaia.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.