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Attualità
Attualità, 12/2016, 15/06/2016, pag. 337

Europa - Brexit e Chiese: oltre lo sconcerto

La risposta ecclesiale e il recupero delle identità di una storia continentale

Gianni Ambrosio

La reazione delle Chiese di fronte alla Brexit del Regno Unito dall’Unione Europea è stato di un unanime sentimento di sconcerto e preoccupazione. Per quanto riguarda gli anglicani, prima del voto, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, aveva dichiarato che «far parte dell’Europa vuol dire costruire ponti, non barriere». D’altra parte, a referendum concluso, gli ha fatto eco l’arcivescovo anglicano Christopher Hill, presidente della Conferenza delle Chiese europee (KEK), dichiarando: «Sono profondamente dispiaciuto per il risultato ma anche per la maniera con cui si è svolto questo referendum».

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Nella scelta dell’Episcopato italiano di assumere l’educazione come tema centrale degli Orientamenti pastorali del decennio, mons. Gianni Ambrosio, alla LXI Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (Roma, 20-24 maggio 2013), riflette sugli educatori. Le indicazioni sono concrete e progettuali, utili a futuri approfondimenti nei rispettivi gruppi di studio e comunità ecclesiali. Evidenziando il legame tra Chiesa ed educatore e il rapporto di circolarità tra educazione e formazione, mons. Ambrosio suggerisce i criteri di scelta e i percorsi dei formatori nella missione ecclesiale. A chi prova paura davanti al compito di educare, le parole di Benedetto XVI invitano alla fiducia: «Chi crede in Gesù Cristo ha un ulteriore e più forte motivo per non avere paura: sa infatti che Dio non ci abbandona, che il suo amore ci raggiunge là dove siamo e così come siamo, con le nostre miserie e debolezze, per offrirci una nuova possibilità di bene». Infine, l’esempio di mons. Luigi Novarese e di don Pino Puglisi, recentemente beatificati, attesta «che Dio continua oggi l’opera educativa e continua a chiamare noi a collaborare alla sua opera».
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