A
Attualità
Attualità, 4/2018, 15/02/2018, pag. 78

Stati Uniti - Neo-tradizionalismo cattolico: ritorno a Pio IX

Il dibattito su Mortara e il nuovo fondamentalismo

Massimo Faggioli

La crisi politica americana portata sulla scena dall’elezione di Trump non è separabile dalla crisi religiosa. Per quanto concerne la teologia cattolica, segnali inquietanti sono emersi nelle ultime settimane, a causa di un articolo pubblicato dal teologo domenicano Romanus Cessario (docente al seminario diocesano di Boston) nel numero di febbraio 2018 della rivista First Things.1

 

La crisi politica americana portata sulla scena dall’elezione di Trump non è separabile dalla crisi religiosa. Per quanto concerne la teologia cattolica, segnali inquietanti sono emersi nelle ultime settimane, a causa di un articolo pubblicato dal teologo domenicano Romanus Cessario (docente al seminario diocesano di Boston) nel numero di febbraio 2018 della rivista First Things.1

Intitolato «Non possumus», l’articolo doveva essere una recensione alla traduzione in inglese del libro di Vittorio Messori sul caso Mortara, pubblicata nell’autunno del 2017 dalla casa editrice Ignatius Press (fondata nel 1978 dal ramo conservatore dei gesuiti americani).2

L’articolo era molto più di una recensione e si è trasformato in un caso. Cessario prendeva spunto da Messori per leggere il caso Mortara alla luce di due questioni distinte ma non separate: la recezione del Vaticano II, e i rapporti tra religione e secolarismo in America. Cessario scriveva: «Sia gli ebrei sia i cristiani promettono una lealtà di tipo più alto che onorano in modi che sembrano incomprensibili al mondo. La negazione laicista di quelle lealtà di tipo più alto è una minaccia sia per la sinagoga sia per la Chiesa».

E concludeva: «Le cosiddette libertà civili dovrebbero avere la meglio sulle esigenze della fede? Vorremmo davvero che questa domanda non diventasse pressante, ma non possiamo escluderlo. I cristiani che sono tentati di schierarsi con gli illuminati critici di Pio IX dovrebbero farsi un esame di coscienza su quanto essi stessi apprezzino i doni della grazia soprannaturale che nobilitano la natura umana».

Nella sua apologia di Pio IX, Cessario poneva l’affaire Mortara nel contesto della lotta tra cattolicesimo tradizionalista negli USA e la legittimità del potere dello stato secolare, ed evitava accuratamente di citare lo sviluppo della dottrina cattolica sugli ebrei specialmente da Nostra aetate in poi.

Le reazioni critiche non si sono fatte attendere: dalla stampa periodica cattolica (America, Commonweal, National catholic reporter), ma anche dal capofila dei vescovi critici di Francesco in America, l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput.3

Tradizione come ideologia

Il direttore di First Things, R.R. Reno (sposato con un’ebrea e i cui figli sono ebrei non battezzati), pubblicava giorni dopo un lungo articolo che non sconfessava Cessario, ma difendeva la credibilità della rivista più importante del conservatorismo teologico in America,4 fondata nel 1990 su un particolare ecumenismo politico-religioso neo-conservatore tra cattolici, protestanti ed ebrei, prossimo a quello criticato da Antonio Spadaro e Marcelo Figueroa nell’ormai celebre articolo pubblicato su Civiltà Cattolica nel luglio 2017.5

La precisazione di Reno non riusciva a deflettere l’attenzione del pubblico, anche di quello non cattolico e non cristiano, manifestatasi con una serie di articoli su settimanali politici e culturali non soliti ai dibattiti teologici.6

L’attenzione suscitata era giustificata in quanto l’articolo di Cessario è un esempio rappresentativo e non isolato dell’estremismo (presente anche nei seminari) dell’«ermeneutica della continuità» con la Tradizione: ignora completamente lo sviluppo dell’insegnamento cattolico sugli ebrei e il giudaismo, sulla libertà religiosa e sulla libertà di coscienza approvata dal Vaticano II, confermata e ripetuta da tutti i papi del periodo post-Vaticano II; assume che la tradizione magisteriale cattolica sviluppata al Vaticano II non sia autentico insegnamento cattolico.

Si tratta di un episodio rivelatore di una linea di faglia profonda all’interno del cattolicesimo americano: una linea di demarcazione teologico-politica relativamente nuova, successiva a quella politica sull’aborto, e incentrata sul Vaticano II e sul postconcilio.

Un impatto particolare ha avuto in America il celebre discorso di Benedetto XVI del 22 dicembre 2005 sull’ermeneutica conciliare: «l’ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità» contro «l’ermeneutica della discontinuità e della rottura» (Regno-doc. 1,2006,7).

Se il discorso esprimeva alcune ansie idiosincratiche post-1968 di Joseph Ratzinger, tuttavia cercava di trovare una via di mezzo tra il neo-tradizionalismo anti-Vaticano II di marca lefebvriana e l’anti-tradizionalismo postmodernista. Ma questa pur cautissima via media ratzingeriana non ha avuto effetto, anzi, al contrario, ha aiutato il neo-tradizionalismo cattolico americano a prosperare.

Va detto che la teologia liberal e progressista postconciliare statunitense non è priva di colpe: buona parte dei teologi cattolici progressisti nel postconcilio negli USA ha consegnato la tradizione cattolica a un passato che immaginavano passato per sempre. Questo ha aperto la strada al sequestro della Tradizione da parte dei tradizionalisti.

Contro il Vaticano II, contro i suoi documenti

L’articolo di Cessario non è un incidente senza precedenti, ma fa parte della vague neo-tradizionalista di questi ultimi anni. Per esempio, in un articolo pubblicato su First Things nell’agosto-settembre 2012, Thomas Pink (docente di filosofia al King’s College di Londra) sosteneva che la dichiarazione Dignitatis humanae del Vaticano II sulla libertà religiosa non si oppone alla coercizione in materia di religione in generale, ma solo alla coercizione da parte dello stato: secondo Pink, la Chiesa conserverebbe il diritto alla coercizione.7 L’autore ignorava completamente il consenso teologico sul tema, compreso il magistero dei papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Se il neo-conservatorismo cattolico di William Buckley Jr. (1925-2008) e Richard John Neuhaus (1936-2009) si era limitato a contestare lo spirito del Vaticano II identificandolo con il liberalismo teologico e politico, durante il pontificato di Benedetto XVI la seconda generazione della revanche neo-conservatrice ha assunto i tratti del neo-tradizionalismo: dalla delegittimazione dell’evento o dello spirito del Vaticano II si è passati alla delegittimazione dei documenti del Concilio.

L’articolo di Cessario illustra lo stato dell’arte del neo-tradizionalismo cattolico, per il quale vi è un legame causale e non solo temporale tra il Vaticano II, la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, il neoliberalismo capitalista, il declino demografico del cattolicesimo e l’espansione dell’islam.

È un neo-tradizionalismo minoritario ma non marginale, radicato non solo nella gerarchia ma anche negli ambienti intellettuali e accademici (compresi non pochi seminari diocesani e scuole teologiche per la formazione del clero e degli ordini religiosi).

Il tradizionalismo liturgico, quindi, era solo l’inizio. Il rigetto della teologia del Vaticano II e del magistero postconciliare sulle questioni sociali e politiche (per esempio sulla democrazia, il pluralismo, i diritti umani) sta riproponendo in America la vecchia miscela teologico-politica antiliberale.

La teologia americana deve affrontare la questione della dimensione storica del magistero e della teologia. La Tradizione concepita come «sola continuità» si adatta bene al sostrato di fondamentalismo biblico americano; questo neo-tradizionalismo che esclude il Vaticano II è la versione cattolica del fondamentalismo protestante americano.

Infine vi è la questione politica: negli ultimi cinquant’anni il rifiuto del Vaticano II e delle sue discontinuità con la Tradizione passata ha sempre fatto parte del risorgere delle culture politiche di tipo fascista. Questo dato storico va letto nel contesto degli Stati Uniti di oggi, in cui il dibattito tra gli intellettuali cattolici di parte neo-conservatrice e neo-tradizionalista si concentra sulla critica al sistema politico e teologico liberale.8 È il ritorno del-
l’anti-liberalismo cattolico in un’America in cui la recezione del pontificato di Francesco continua a fare problema.

 

Massimo Faggioli

 

1 Cf. R. Cessario, «Non possumus», in First Things, febbraio 2018 per la rivista cartacea e on-line http://bit.ly/2DWicEt.

2 Cf. V. Messori, «Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX». Il memoriale inedito del protagonista del «caso Mortara», Mondadori, Milano 2005; trad. inglese: Kidnapped by the Vatican? The Unpublished Memoirs of Edgardo Mortara, Ignatius Press, San Francisco 2017.

3 Cf. C. Chaput, «The Mortara Affair, Redux», in The Jewish Review of Books, 29.1.2018, http://bit.ly/2C7rgnq.

4 Cf. R.R. Reno, «Judaism, Christianity, and First Things», in First Things, 12.1.2018, http://bit.ly/2slL9aw.

5 Cf. A. Spadaro, M. Figueroa, «Fondamentalismo evangelicale e integralismo cattolico. Un sorprendente ecumenismo», in La Civiltà cattolica, 168(2017) 4010, vol. 3, 105-113; cf. anche Regno-att. 18, 2017,520.

6 Cf. A. Momigliano, «Why Some Catholics Defend the Kidnapping of a Jewish Boy», in The Atlantic, 24.1.2018 http://theatln.tc/2naRPU7; T.I. Burton, «Why a 150-year-old kidnapping case has Catholics arguing today», in Vox, 26.1.2018, http://bit.ly/2nZ9Zb5. Da parte ebraica, A. Rosen, «Intra-Catholic Debate Raises Thorny Questions About the Church’s Relations with the Jews», Tablet Magazine, 1.2.2018, http://bit.ly/2BiZKGB; anche il quotidiano israeliano Haaretz: A. David, «Intra-Catholic Debate Raises Thorny Questions About the Church’s Relations with the Jews», 15.1.2018, http://bit.ly/2EheuIE.

7 Cf. T. Pink, «Conscience and Coercion», in First Things, agosto-settembre 2012, http://bit.ly/2nOsjnI.

8 Il best seller del momento nei circoli cattolici conservatori americani è Why Liberalism Failed, di Patrick Deneen (docente alla University of Notre Dame, pubblicato da Yale University Press), che va letto in parallelo a un altro best seller, The Benedict Option di Rod Dreher (pubblicato lo scorso anno, già tradotto e in via di traduzione in altre lingue).

Tipo Articolo
Tema Cultura e società Teologia
Area AMERICA DEL NORD AMERICHE
Nazioni

Leggi anche

Attualità, 2024-6

C.F. Casula, P. Sebastiani
(a cura di), Il cardinale Silvestrini

Dialogo e pace nello spirito di Helsinki

Massimo Faggioli

Achille Silvestrini (1923-2019) è stato uno degli architetti della Ostpolitik vaticana e dei massimi artefici della politica estera della Santa Sede, anche verso l’Italia, nel periodo postconciliare.

Attualità, 2023-22

Stati Uniti - Chiesa e presidenziali: frammenti

Smarrimenti e divisioni in campo politico, a livello intraecclesiale, con Roma

Massimo Faggioli

Il 5 novembre 2024 gli elettori statunitensi avranno la possibilità di rieleggere Joe Biden oppure un nuovo presidente, una nuova Camera dei rappresentanti e un terzo dei membri del Senato. Si apre quindi un anno estremamente delicato per gli Stati Uniti.

Attualità, 2023-18

Santa Sede - Pio XII e gli ebrei: fare storia e teologia

Sul convegno della Gregoriana su papa Pacelli e la Shoah

Massimo Faggioli

Dal 9 all’11 ottobre si è tenuto alla Pontificia università gregoriana a Roma un importante convegno internazionale sul pontificato di Pio XII e gli ebrei, con una attenzione particolare al ruolo della Santa Sede nella Shoah.