Diritto canonico – Riforma. Con un metodo di ampio raggio
Credo d’aver dato prova, in tempi non sospetti, del mio apprezzamento per l’idea già in passato espressa da Pierluigi Consorti sull’opportunità di una riforma del diritto canonico che non partisse dal «centro», procedendo in senso «verticale», ma coinvolgesse tutti gli operatori ecclesiali, ponendola al servizio di ogni genere di umana «periferia» (nelle più svariate accezioni, «esistenziali», oltre che «geografiche»). Non posso, quindi, non condividere la tesi di Consorti che afferma che di ciò dovremmo davvero farci carico, in quanto canonisti (ed ecclesiasticisti), come e più di altri studiosi della fenomenologia giuridica.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.