Europa dell’Est - Georgia: sognando l’Europa
Intervista a Tamara Grdzelidze
Pubblichiamo qui, in una nostra traduzione dal francese, una sua recente intervista curata da Sebastian Callies, redattore per il Centro di cultura e influenza dell’Institut des hautes études de Défense nationale, che ringraziamo per la gentile concessione.

Teologa laureata all’Università di Tbilisi, al Seminario teologico di San Vladimir e all’Università di Oxford, Tamara Grdzelidze ha condotto ricerche sull’agiografia georgiana e ha insegnato letteratura georgiana in patria prima di prestare servizio dal 2001 al 2013 come dirigente di programma per la Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra.
Dal 2014 al 2018 è stata ambasciatrice della Georgia presso la Santa Sede. Ha pubblicato numerosi testi sull’agiografia georgiana, la storia della Chiesa, l’ortodossia e il dialogo ecumenico.
Pubblichiamo qui, in una nostra traduzione dal francese, una sua recente intervista curata da Sebastian Callies, redattore per il Centro di cultura e influenza dell’Institut des hautes études de Défense nationale, che ringraziamo per la gentile concessione Il testo apparirà a breve sulla pagina web del centro bit.ly/4iyqbJT. Il dialogo ripercorre le recenti vicende georgiane che hanno visto moltissimi giovani scendere in piazza contro la svolta antioccidentale impressa dal partito Sogno georgiano e il progressivo allargarsi dell’influenza russa (ndr).
– Qual è la sua analisi delle principali manifestazioni in Georgia degli ultimi mesi?
«Il 28 novembre 2024 il primo ministro della Georgia ha posto fine a quasi 33 anni di sforzi politici, rivolti verso alleanze occidentali, come l’Unione Europea e la NATO. Dal punto di vista simbolico, è stato come se la bandiera della Georgia sovrana fosse stata messa a mezz’asta. Molte persone sono scese spontaneamente nelle strade di Tbilisi e di altre città. Nelle strade sono state condivise varie forme di sostegno e i manifestanti si sono conosciuti tra loro, uniti dall’amore per la loro patria, che è molto più di una semplice terra. Tutti noi che siamo legati gli uni con gli altri nella nostra fiduciosa ricerca di giustizia e pace, condividiamo la stessa concezione di patria.
Tutti chiedono una vita pacifica e giusta. E il cammino necessario per raggiungere questa vita passa attraverso i criteri occidentali della democrazia e dello Stato di diritto.
Per comprendere l’attuale protesta, dobbiamo prendere in considerazione due periodi: il primo iniziato nel marzo 2023, il secondo nell’aprile 2024.
Nel marzo 2023 il partito Sogno georgiano – Georgia democratica, che deteneva la maggioranza dei seggi parlamentari dal 2020, ha ritirato la legge sugli “agenti stranieri” d’influenza russa.1 Ha anche promesso che non sarebbe mai stata riportata in Parlamento per l’approvazione.
Tuttavia, nell’aprile 2024, la legge è ricomparsa ed è stata frettolosamente approvata. Una piccola parte dell’opposizione parlamentare, così come la società civile, ha reagito con forza contro la prospettiva di tagliare i fondi dei partner strategici della Georgia. Gran parte di questi fondi esteri erano destinati alla costruzione della società civile e al sostegno di liberi mezzi di comunicazione.
Il 19 aprile 2024 il Parlamento georgiano ha approvato anche un’altra legge, che esenta i trasferimenti fiscali da conti offshore verso la Georgia. Queste proposte di legge incoraggiano l’afflusso di ricchezza senza che venga tassata, creando una zona favorevole per enormi fondi privati locali e stranieri che non porta alcun beneficio per la Georgia.
Le conseguenze di questa legge sono numerose: la graduale distruzione della società civile, la chiusura dei mezzi di comunicazione liberi, la persecuzione di tutti i canali di libero pensiero nelle scuole, nelle università e nelle ONG, e una dura legislazione contro la comunità LGBTQ e i suoi difensori».
L’invasione dell’Ucraina e la realtà
– Qual è il suo giudizio sul partito Sogno georgiano e sull’influenza russa in Georgia?
«Sogno georgiano è stato fondato da Bidzina Ivanishvili, un oligarca georgiano che ha fatto fortuna nella Russia post-sovietica. Nella sua prima apparizione in Georgia ha fatto della beneficenza verso gli artisti post-sovietici impoveriti. Pur fornendo sostegno finanziario a personaggi famosi, è rimasto discreto per anni, presentandosi come un benefattore e un fervente difensore della Georgia.
Tuttavia, ha guidato una coalizione con personalità filo-occidentali con una solida esperienza politica. Molti si sentivano a disagio o semplicemente contrari all’idea che l’“oligarca russo” assumesse il controllo formale o informale della coalizione. In questo contesto, è deplorevole che l’alleanza formata da Sogno georgiano sia stata l’unica soluzione alla crisi politica del 2012.
Essa ha attirato molti elettori favorevoli al cambiamento delle politiche del precedente Governo che erano repressive nei confronti dei cittadini. Ora, paradossalmente, Sogno georgiano sta usando la stessa violenza contro il suo stesso popolo e ha manifestato un deterioramento enorme nella gestione della polizia e delle forze di sicurezza. La maggior parte della popolazione è contraria a che l’influenza straniera passi dall’Europa alla Russia. Lo Stato si è trasformato in uno scudo protettivo per gli oligarchi.
L’invasione su larga scala dell’Ucraina nel 2022 ha accelerato un processo di pieno svelamento dell’influenza russa sul partito al potere. La Georgia è diventata uno dei canali principali che serve a evitare le sanzioni contro la Russia. In altre parole, Sogno georgiano sta sostenendo la Russia nel suo programma di guerra.
Fino a poco tempo fa, i partner occidentali hanno cercato in diversi modi d’aiutare i georgiani e le loro aspirazioni europee. Alla fine del 2023, alla Georgia è stato concesso lo “status di paese candidato” per l’apertura dei negoziati d’adesione all’Unione Europea, nonostante il Governo georgiano non abbia soddisfatto i criteri di candidatura. L’Unione Europea ha quindi preso una decisione geopolitica, chiudendo un occhio sui suoi stessi principi, per sostenere il percorso democratico della maggioranza dei georgiani. Quattro mesi dopo, la “legge sugli agenti russi” è stata “coraggiosamente” reintrodotta.
L’adozione di uno stile di vita russo è diventato uno strumento politico del partito di Boris Ivanishvili [il suo leader; ndr]: la difesa dei valori tradizionali contro l’Occidente decadente, l’uso di accuse assurde contro un ipotetico «Deep State» [lett. Stato profondo, uno Stato nello Stato; ndr] e contro i massoni d’intervenire nella politica locale in Georgia, e infine la manipolazione del conflitto russo-ucraino con il “Partito della guerra mondiale”, che avrebbe una pseudo-implicazione georgiana.
Il mese di aprile 2024 è stato caratterizzato da una serie di straordinarie manifestazioni a Tbilisi, composte in maggioranza da giovani, che hanno rimesso in causa questa influenza russa. La Generazione Z ha guidato questo processo senza alcuna affiliazione politica formale, con la sua inesauribile energia e capacità di auto-organizzazione.
Questi giovani sono nati in un paese libero; non parlano russo. La generazione dei loro genitori è morta nella guerra del 2008, durante l’invasione russa della Georgia. Le manifestazioni hanno segnato l’inizio di una nuova fase della storia georgiana contemporanea. Il partito al potere e il suo leader sono stati bollati come fantocci russi e lo slogan “No alla legge russa” è stato sostituito da “No al Governo russo”. L’uso sproporzionato della forza e della violenza contro i manifestanti non è riuscito a contenere il loro numero crescente.
L’occupazione russa del 20% del territorio georgiano è diventata un’occupazione “strisciante” di cui Sogno georgiano è l’esecutore. I soldati russi stanno piantando il filo spinato in profondità nel territorio georgiano, mentre i civili locali vengono rapiti, arrestati, torturati e uccisi. L’incidente del 2023, l’omicidio di un georgiano che aveva cercato di aprire una chiesa nel suo villaggio, ha ispirato il poeta georgiano Rati Amaglobeli nella poesia Porta della Chiesa:
“Prima di lasciare la moglie vedova e il figlio senza padre, / s’avvicinò al cimitero e tese la mano verso la serratura. / Un botto assordante squarciò l’aria – / coloro che avevano chiuso la porta ora stavano sparando. / Era la Russia, / con una frusta in mano e i chiodi della crocifissione... / Eppure la porta della chiesa si aprì e con essa il cielo, / e con una forza immensa, ha spalancato i nostri cuori, dove Lui dimorerà”».2
La Chiesa ortodossa non accetta la democrazia
– Qual è il ruolo della Chiesa ortodossa georgiana nella crisi attuale?
«Occorre ricordare il contesto di questa particolare relazione tra Chiesa e Stato in Georgia.
Non sorprenderà nessuno studioso della religiosità nello spazio post-sovietico il fatto che, a partire dalla metà degli anni Ottanta, la Georgia sia entrata in un processo di pervasività graduale dell’ortodossia. Dopo aver annunciato la sua indipendenza il 14 aprile 1991, l’ortodossia è stata vista come la chiave per integrare molti aspetti della vita politica nel neonato Stato sovrano della Repubblica georgiana. La Chiesa ortodossa era un pilastro per la trasmissione dell’identità nazionale.
Zviad Gamsakhurdia, il primo presidente della Georgia (dal 9 aprile 1991 al 6 gennaio 1992), l’ha sottolineato nel suo discorso inaugurale: “In Georgia, paese cristiano ortodosso, c’è sempre stato un legame tradizionale tra lo Stato e la Chiesa, e la fede viva del popolo georgiano ha determinato la sopravvivenza dello Stato georgiano. Lo Stato, da parte sua, ha sostenuto l’attività apostolica della Chiesa. Il ripristino dell’indipendenza georgiana non può avvenire senza il ripristino della sua fede viva e del suo insegnamento etico. Il movimento nazionale georgiano è stato strettamente legato alla fede ortodossa. Si tratta di un movimento nazional-religioso: non mira a raggiungere obiettivi nazionali senza il ripristino della coscienza etica e religiosa... Lo Stato e la Chiesa non devono interferire negli affari reciproci, ma fare uno sforzo per l’unità della vita sociale ed ecclesiale... Il ripristino dell’indipendenza dello Stato deve essere seguito dall’istituzione dell’ortodossia come religione di Stato”.
Questo primo presidente è rimasto in carica meno di un anno. Tuttavia, la sua eredità politico-religiosa, espressa nel suo discorso inaugurale, si è diffusa. Ha mantenuto una difficile commistione tra la creazione di uno Stato indipendente (una repubblica con istituzioni democratiche, incluse elezioni multipartitiche) e l’istituzione dell’ortodossia come religione di Stato.
La distinzione sempre più sfumata tra uno Stato laico e la preminenza ortodossa è diventata un’eredità davvero difficile per la Georgia contemporanea.
Inoltre, da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1991, la Chiesa ortodossa georgiana non è mai stata lontana dagli orientamenti ideologici della Chiesa ortodossa russa. Le Chiese ortodosse di questi due paesi, ciascuna per la propria parte, hanno contribuito all’attuale clima politico.
La risposta alla domanda se la Chiesa ortodossa georgiana difende la democrazia e la sovranità in Georgia è la seguente: la Chiesa non accetta (forse si rifiuta di capire) un regime democratico in uno Stato laico, ma sostiene un tipo di sovranità con una “ideologia ortodossa” che è simile, se non identica, a quella del “Russkij mir” (mondo russo). Questa ideologia è caratterizzata da vari elementi, come il sostegno ai cosiddetti “valori tradizionali” e una comunicazione ambigua.
L’alta gerarchia della Chiesa istituzionale rimane vicina al Governo, partecipando alle inaugurazioni ufficiali del Parlamento e all’investitura del nuovo presidente la cui legittimità è messa in discussione. Anche la recente critica alla presidente Salomé Zourabishvili da parte dell’Ufficio per le relazioni esterne del Patriarcato georgiano, quando ha tentato di unire un’opposizione frammentata in vista delle elezioni parlamentari dell’ottobre 2024, lo mette in luce.
Come unica figura politica “legittima” dell’opposizione politica, la società civile e i partner strategici occidentali della Georgia, la presidente Zurabishvili continua a stare al fianco del popolo georgiano nella sua lotta per un futuro europeo. Molti concordano con la sua dichiarazione che la “lotta europea” è legittima, in linea con il diritto costituzionale del popolo, e con l’art. 78 della Costituzione.3
L’ortodossia istituzionale è quindi a servizio a tempo pieno di questo sistema autocratico deviante, sotto influenza russa, che quindi minaccia la democrazia e la sovranità.
Con Trump il sogno europeo si allontana
– Che cosa pensa dell’avvio dell’amministrazione Trump e del suo impatto sul partito al potere?
«Fino a poco tempo fa, Sogno georgiano preconizzava di tanto in tanto il proprio sostegno all’integrazione europea, ma senza alcuna sostanza. Esso ha creato un sistema in cui c’è ben poco spazio per la democrazia liberale. L’enfasi è posta sull’usurpazione dei poteri esecutivi e legislativi, sui discorsi di odio e sul rifiuto di tutto ciò che è diverso. Le cose si sono complicate nelle ultime settimane. Sogno georgiano sperava di sfuggire all’isolamento politico post-elettorale dopo l’insediamento del presidente Donald Trump. Tuttavia, sembra che la Georgia non sia nel radar del presidente degli Stati Uniti, mentre l’opposizione georgiana continua a ricevere un sostegno bipartisan sia al Senato che alla Camera dei rappresentanti».
– Come vede la prospettiva a lungo termine?
«Il risultato di questa lotta a lungo termine è diventato chiaro: in Georgia è nata una nuova generazione, libera, fiduciosa, auto-organizzata, disciplinata, impegnata sui principi della democrazia e della società aperta, che difende la sovranità minacciata. Stanno seguendo un nuovo stile di leadership, sconosciuto nel Caucaso post-sovietico: molti, se non tutti, stanno conducendo il processo di resistenza insieme, prendendo il posto l’uno dell’altro, parlando ad alta voce quando necessario, ma rimanendo resilienti e sereni per la maggior parte del tempo.
Sul piano politico, tuttavia, l’“incertezza georgiana” è tutt’altro che un caso unico. Molti paesi sono coinvolti non solo in lotte politiche, ma anche in guerre e continui spargimenti di sangue. Ma le specificità del caso georgiano vanno molto più in profondità rispetto alla questione di elezioni truccate, come recentemente avvenuto in Romania. Il nostro futuro è strettamente legato a quello dell’Ucraina, anche se la guerra sul nostro territorio non è della stessa intensità.
Se le iniziative europee riusciranno a estendere la loro influenza al Caucaso, potrebbe esserci una piccola possibilità di sopravvivenza».
a cura di
Sebastian Callies
1 a legge mira a etichettare i gruppi non governativi e i media con finanziamenti esteri superiori al 20% del budget totale come «organizzazioni che servono gli interessi di una potenza straniera».
2 radotta in inglese da Tamar Zhghenti, «Voices of Resistance. Protest in contemporary Georgian poetry», in Versopolis, 6.11.2024, bit.ly/43Jgjss.
3 ’art. 78 tratta dell’«Integrazione nelle strutture europee ed euroatlantiche. Gli organi costituzionali adotteranno tutte le misure di loro competenza per garantire la piena integrazione della Georgia nell’Unione Europea e nell’Organizzazione del Trattato del Nordatlantico. Legge costituzionale della Georgia n. 1324 del 13 ottobre 2017; Legge costituzionale della Georgia n. 2071 del 23 marzo 2018», in bit.ly/4hs9IG1.