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Documenti, 11/1996, 01/06/1996, pag. 366

Lettera dei cardinali

Cardinali

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Documenti, 2025-15

Non abbandoniamo le aree interne

Cardinali, arcivescovi, vescovi e abati delle aree interne

Il 26 agosto, al termine di un convegno annuale che dal 2019 riunisce a Benevento i vescovi delle cosiddette «aree interne», zone del territorio italiano minacciate dallo spopolamento e dall’abbandono, i partecipanti hanno diffuso una Lettera aperta al Governo e al Parlamento, che ha già raccolto 136 firme ed è aperta a ulteriori sottoscrizioni, e che sarà consegnata all’Intergruppo parlamentare «Sviluppo Sud, isole e aree fragili». Il punto di partenza è una critica al Piano strategico nazionale delle aree interne, che è stato approvato il 9 aprile di quest’anno e sembra recepire come inevitabile per queste zone il calo demografico e lo spopolamento.

I vescovi italiani invece, poiché «in questo quadro complesso – e preoccupante! – la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale», chiedono «che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne» e sollecitano «le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel paese».

 

Documenti, 2025-15

Critiche alla legge di bilancio

Cardinali e vescovi degli Stati Uniti

La Chiesa cattolica negli Stati Uniti sta tentando di fare opposizione all’amministrazione Trump sui temi sociali, con azioni che denotano tuttavia divisioni interne all’episcopato e un effetto in generale poco visibile. Il 26 giugno la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) in una Lettera al Congresso sulla riconciliazione del bilancio ha espresso una valutazione sfumata della legge di bilancio denominata dal presidente Donald Trump One big beautiful bill (Una grande bellissima legge), in quanto contiene disposizioni di ampia portata sulla tutela della vita ma anche tagli drastici all’assistenza sanitaria e sociale e un approccio non condivisibile alla gestione dell’immigrazione.

Lo stesso giorno, 20 tra cardinali e vescovi si sono uniti a una protesta interreligiosa contro il progetto di legge fiscale e di spesa del presidente Trump, firmando una Lettera dei leader religiosi nazionali ai senatori USA sul disegno di legge di bilancio HR1, che elenca le prevedibili conseguenze dei tagli ai servizi sociali e sanitari. Il testo inviato ai senatori del Congresso degli Stati Uniti afferma che l’approvazione della legge sarebbe un «fallimento morale per l’intera società americana». Tra i firmatari figurano i card. Robert McElroy (Washington) e Joseph Tobin (Newark), gli arcivescovi John Wester (Santa Fe) e Paul Etienne (Seattle), nonché rappresentanti protestanti, ebrei e islamici. Il One big beautiful bill act è stato approvato dal Congresso, e firmato dal presidente Trump il 4 luglio.

Documenti, 2015-37

A quanti negoziano la COP21

Cardinali, patriarchi e vescovi rappresentanti le istanze continentali delle conferenze episcopali
«Ci uniamo al santo padre nell’implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti, basato su principi di solidarietà, di giustizia e di partecipazione». Sette tra cardinali, vescovi e patriarchi di tutto il mondo, in rappresentanza delle istanze continentali delle conferenze episcopali, hanno sottoscritto lo scorso 26 ottobre un appello alla XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21), in programma a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre. Nel testo, scritto in collaborazione con le reti cattoliche CIDSE e la Caritas Internationalis, e con il patrocinio del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, i presuli, «riuniti per volere del segretario di stato della Santa Sede», domandano di cercare un accordo che ponga «il bene comune innanzi agli interessi nazionali», che sia vincolante per tutti in un quadro normativo condiviso, e «che protegga la nostra casa comune e tutti i suoi abitanti». In conclusione, il testo avanza una proposta politica su dieci punti, «formulata sulla base dell’esperienza concreta delle persone (...), associando i cambiamenti climatici all’ingiustizia e all’esclusione sociale dei più poveri e dei più vulnerabili dei nostri cittadini».