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Documenti, 15/2000, 01/08/2000, pag. 520

Raccontare la storia ucraina

B.A. Gudziak
Raccontare la propria storia, per un popolo, è necessario per spiegare il presente e per costruire il futuro. Questo è tanto più vero per l'Ucraina di oggi, che esce da un secolo, il XX, di «intensa e sistematica persecuzione religiosa», un «tortuoso viaggio attraverso le tenebre che milioni di persone anonime (hanno) compiuto con grande coraggio morale». Su questi presupposti nel 1992 è stato fondato a Leopoli l'Istituto di storia della Chiesa, riconosciuto ufficialmente come istituzione civile no profit non statale, che si propone di «promuovere la ricerca intellettuale rigorosa su un aspetto centrale dell'esperienza umana – la religione e la vita della Chiesa» e «rispondere, con i suoi strumenti abbastanza limitati, alle esigenze intellettuali ed accademiche determinate dalla nuova libertà e sviluppare il potenziale di una disciplina umanistica per promuovere il rinnovamento della persona, della Chiesa, della società e della nazione». Un saggio del direttore Borys Gudziak illustra difficoltà e progetti di ricerca, finalizzati principalmente alla pubblicazione di fonti e documenti sulla storia della Chiesa greco-cattolica ucraina clandestina e all'analisi del «problema dell'uniatismo».

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