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Documenti
Documenti, 19/2000, 01/10/2000, pag. 637

I bambini nei conflitti armati

Assemblea generale delle Nazioni Unite
Dopo sei anni di accesa discussione, l'Assemblea generale dell'ONU ha adottato il 25 maggio scorso il Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del bambino (Regno-doc. 7,1990,248ss) sul coinvolgimento dei bambini nei confitti armati. In esso viene bandito il ricorso nei conflitti armati, sia da parte degli eserciti nazionali sia dei gruppi armati non statuali, ai cosiddetti bambini-soldato, cioè a minori di 18 anni. Viene invece ammesso l'arruolamento volontario negli eserciti regolari a partire dai 16 anni, una richiesta per cui si sono battuti Stati Uniti, Inghilterra e Australia, fermo restando il divieto del coinvolgimento diretto dei minori nei combattimenti. È inoltre prevista l'istituzione da parte degli stati contraenti di programmi di riabilitazione per gli ex bambini-soldato. Il Protocollo entrerà in vigore dopo tre mesi dalla ratifica di almeno 10 nazioni, le quali dovranno contestualmente indicare l'età prevista dai propri ordinamenti per l'arruolamento volontario. Attualmente è stato firmato da 70 stati e ratificato da Canada (età prevista, 16 anni), Bangladesh (16) e Sri Lanka (18). Originale: stampa (28.9.2000) dal sito Internet delle Nazioni Unite www.un.org. Nostra traduzione dall'inglese.

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Documenti, 2017-9

Verso un accordo globale sulle migrazioni

La Dichiarazione di New York sui rifugiati e i migranti, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite

Assemblea generale delle Nazioni Unite

«Riconosciamo una responsabilità condivisa per gestire flussi di rifugiati e migranti su larga scala in modo umano, sensibile, compassionevole e centrato sulle persone», poiché lo spostamento di 65 milioni di rifugiati nel mondo ha «implicazioni politiche, economiche, sociali, di sviluppo, umanitarie e sui diritti umani che travalicano tutti i confini»; sono «fenomeni globali che richiedono approcci globali e soluzioni globali», e «nessuno stato è in grado di gestire simili flussi da solo». Così il 19 settembre a New York, in occasione del I Vertice ONU su rifugiati e migranti, è stata adottata da 193 governi nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione di New York sui rifugiati e i migranti. Pur criticato da molte organizzazioni non governative come astratto e teorico, perché carente di obblighi vincolanti e di decisioni concrete, il testo è tuttavia un primo passo nella definizione di una cornice di responsabilità globale, prevedendo un maggiore impegno da parte degli stati firmatari nella protezione dei diritti umani di tutti i profughi e migranti e nel supporto verso i paesi che ne accolgono grandi numeri. Inoltre avvia un processo che porterà nel 2018 a un Accordo globale per la governance delle migrazioni.

Documenti, 2004-17

Rafforzamento morale dell'ONU

G. Lajolo, C. Migliore alla 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf. riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).
Documenti, 2004-17

Una particolare cooperazione

G. Lajolo alla 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf.? riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).