Documenti, 1/2002, 01/01/2002, pag. 1
Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono
Il terrorismo, oggi, costituisce «un vero crimine contro l'umanità». È netta l'affermazione cui giunge Giovanni Paolo II nel suo messaggio per la XXXV giornata mondiale della pace (1.1.2002), intitolato Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono e diffuso l'11 dicembre scorso. Il testo si sofferma a lungo sulle forme in cui si è manifestato il terrorismo in questi ultimi tempi, sulla rete internazionale «di connivenze politiche, tecniche ed economiche» che lo sostiene, sull'impossibilità di riconoscergli alcuna giustificazione, economica, politica o religiosa, sul suo fondamento sul «disprezzo della vita dell'uomo» (n. 4). La conseguenza è il riconoscimento del diritto, per gli stati, a difendersi dal terrorismo, pur entro regole morali e giuridiche nella scelta sia degli obiettivi sia dei mezzi.
La riflessione conclusiva del papa guarda al ruolo che credenti possono giocare nella lotta al terrorismo, ed è protesa sulla giornata di preghiera convocata ad Assisi per il 24 gennaio: «Le confessioni cristiane e le grandi religioni dell'umanità devono collaborare tra di loro per eliminare le cause sociali e culturali del terrorismo, insegnando la grandezza e la dignità della persona» (n. 12).
Originale: stampa (31.12.2001) da sito Internet: www.vatican.va.
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