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Documenti, 15/2002, 01/08/2002, pag. 489

La dignità del morente

Vescovi svizzeri
«L'attuale dibattito sugli aiuti al morire indica chiaramente che occorre migliorare la cura dei morenti. Invece di rimuovere il morire attraverso l'uccisione dei malati gravi, occorre curare e accompagnare i morenti con umanità e competenza». Spesso il dibattito sull’eutanasia si appoggia sul fraintendimento tra desiderio di morire e desiderio di non soffrire disperatamente, cioè di morire con dignità e dando alla morte un senso. Nella lettera pastorale dei vescovi svizzeri La dignità del morente sulla questione dell'aiuto a morire e dell'accompagnamento dei morenti, il concetto chiave su cui s’impernia la distinzione tra ciò che è doveroso, ciò che è permesso e ciò che è vietato nell’assistere chi è prossimo al trapasso, è appunto quello secondo cui al morire va riconosciuta altrettanta dignità che al vivere. Ne discende un preciso quadro di riferimento per le scelte cruciali degli ultimi momenti, in quanto malati, familiari o medici. I criteri di discernimento sono disposti in crescendo dal livello biografico a quello religioso, per cui le indicazioni offerte risultano valide anche da una prospettiva laica. Il documento, che reca la data del 4 giugno 2002, è stato discusso e approvato nel corso dell’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale svizzera (Einsiedeln, 3-5.6.2002). Cf. Regno-att. 14,2002,457. Die Würde des sterbenden Menschen, stampa da supporto magnetico. Nostra traduzione dal tedesco.

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Leggi anche

Documenti, 2015-38

Preti e laici nella celebrazione eucaristica

Conferenza dei vescovi svizzeri
Nella celebrazione eucaristica «una commistione dei ruoli di prete, diacono, agente pastorale laico, che qua e là si constata, non si giustifica né dal punto di vista biblico né da quello della teologia sacramentale». La lettera, pubblicata il 2 settembre dalla Conferenza dei vescovi svizzeri circa La colla-borazione tra presbiteri, diaconi e operatori pastorali nell’ambito della celebrazione eucaristica, esprime anzitutto gratitudine per «i preziosi servizi che in ogni settore della vita ecclesiale sono offerti da laici e in particolare da laiche». E tuttavia riconosce che la Chiesa vive uno sviluppo nelle forme del ministero che «implica alcune difficoltà», emergenti «nelle diverse diocesi con modalità differenziate, (…) più chiaramente dove forze laiche sono impiegate in modo stabile nella pastorale, con un contratto di lavoro». Una nuova collaborazione tra preti e laici, auspicata dal Concilio, non è in discussione; ma essa deve essere «rispettosa dei vari ministeri» e va dunque «imparata e applicata». Dall’odierna «difficoltà nella delimitazione delle competenze e nella precisazione della propria identità» scaturisce dunque un rinnovato impegno a rivedere e precisare i ruoli, così da evitare «una confusione che “clericalizza” numerosi laici e “laicizza” numerosi preti».
Documenti, 2015-21

Un rapporto in risposta ai Lineamenta

In preparazione al Sinodo di ottobre 2015

Conferenza dei vescovi svizzeri
In preparazione al Sinodo di ottobre, la Chiesa cattolica svizzera ha coinvolto i fedeli in dibattiti e consultazioni di gruppo, attraverso la mediazione della Segreteria della Commissione pastorale, a dimostrazione del profondo interesse che riscuotono i temi della coppia, del matrimonio e della famiglia. Nonostante non ci sia unanimità su tutti i punti, nel rapporto «emergono grandi affinità e tendenze generali», a partire da una costatazione previa: «Il Sinodo dei vescovi e i fedeli in Svizzera continuano a condurre un “dialogo tra sordi”». «Mentre i Lineamenta – continua il testo – muovendosi all’interno della dottrina della Chiesa, partono da un’ininterrotta continuità della tipologia e dell’ideale di famiglia, i fedeli partono nelle loro considerazioni dalle sfaccettate esperienze familiari che hanno vissuto». In tale prospettiva, il rapporto vuole descrivere nel modo più preciso possibile il punto di vista della maggioranza dei cattolici svizzeri, per i quali il cardine dal quale partire è «l’esperienza relazionale, sessuale, matrimoniale e familiare fatta nella propria vita o nella vita delle persone vicine».
Documenti, 2014-7

Consultazione sulla pastorale della famiglia

Conferenza dei vescovi svizzeri
Oltre 23.000 risposte sono pervenute in Svizzera alla sollecitazione offerta dal questionario allegato al Documento preparatorio della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrà in ottobre sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione»: un numero elevato in rapporto alla consistenza di questa Chiesa, che conta otto diocesi e tre milioni e mezzo di battezzati. La Conferenza dei vescovi svizzeri (cattolici) è stata tra quelle che hanno scelto di rendere nota una sintesi delle risposte, pubblicando il 4 febbraio un comunicato stampa elaborato dall’Istituto svizzero di sociologia pastorale e intitolato Consultazione sulla pastorale di coppia, del matrimonio e della famiglia della Chiesa cattolica – Risultati. Anche in Svizzera, come in Germania (cf. Regno-doc. 5,2014,162 e 173) e in Austria (in questo numero a p. 241), «se si confrontano [le] critiche nei confronti della Chiesa con il desiderio fondamentale di vivere una relazione, un matrimonio e una famiglia che abbiano anche una dimensione ecclesiale e religiosa, si constata la necessità urgente di riconsiderare lo statuto della dottrina della Chiesa sulla famiglia nella Chiesa e la pastorale».