Documenti, 3/2002, 01/02/2002, pag. 93
Dialogo per la ricostruzione
«In circostanze eccezionali come questa, la Chiesa, nell’ambito della sua missione, rispettando pienamente le istituzioni della Repubblica, e cercando solo la pace e il progresso integrale del popolo argentino, è disposta a sostenere iniziative di dialogo tra i diversi ambiti sociali e politici» (Messaggio del 7-8.1.2002). Nella profonda crisi che ha condotto l’Argentina sull’orlo della bancarotta e che si è acutizzata nelle manifestazioni di piazza del 19-22 dicembre 2001, i vescovi argentini hanno accompagnato la drammatica successione degli avvenimenti tentando un discernimento nella fede e assumendo di fatto un ruolo di garanzia, di fronte alla nazione, rispetto al processo di ricostruzione. Si tratta – secondo i vescovi – degli effetti di una crisi «in primo luogo morale», che esige una profonda autocritica, «spirito profetico per indicare le grandi linee irrinunciabili di un degno progetto di nazione, e l’impegno coraggioso di noi argentini che, come amici e fratelli, vogliamo ricostruire la patria» (Karlic). Il 14 gennaio 2002 il presidente della Repubblica Eduardo Duhalde ha convocato l’iniziativa di incontro «multisettoriale» denominata «Dialogo argentino», che vede la Chiesa coinvolta come testimone e garante morale, con l’appoggio tecnico del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Cf. Regno-att. 2,2002,45.
Originali: stampa (28.1.2002) da sito Internet www.aica.org. Nostra traduzione dallo spagnolo.
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