D
Documenti
Documenti, 11/2003, 01/06/2003, pag. 327

Iniziazione cristiana: tre domande

Mons. A. Caprioli
«Alla luce delle precedenti considerazioni sull’immagine di Chiesa soggiacente alla prassi di iniziazione cristiana (IC) e alle difficoltà dell’IC in età minorile, in ascolto della situazione, siamo in grado di intuire quanto il chiarimento teologico conosciuto in questi anni della nozione di IC e la prassi pastorale ad essa connessa debbano essere interpretate come altrettanti segnali di una conversione pastorale della Chiesa nel modo di trasmettere la fede alle future generazioni». Ha un vasto respiro programmatico la relazione tenuta all’ultima Assemblea generale della CEI (19-23 maggio; cf. in questo numero a p. 335) da mons. Caprioli (vescovo di Reggio Emilia e presidente della Commissione episcopale per la liturgia), dedicata al tema dell’iniziazione cristiana. Consapevole di un cammino trentennale di «rinnovamento della catechesi» da parte dell’Episcopato italiano, la riflessione si colloca nel momento in cui la CEI sta per pubblicare l’ultima di tre note pastorali dedicate all’argomento (per le precedenti, cf. Regno-att. 10,1997,257 e 14,1999,462 ; Regno-doc. 11,1997,343 e 13,1999,437), già approvata dal Consiglio permanente del 24-26 marzo scorsi, e sviluppa e il tema della relazione che intercorre tra «ciò che la Chiesa è e appare agli occhi di tutti» e «le modalità di accoglienza dei nuovi membri nel suo seno». Ne consegue, tra le altre cose, la prospettiva di un ribaltamento della «gerarchia degli investimenti pastorali» tra adulti e minori, che privilegi una pastorale «degli adulti, per gli adulti e con gli adulti».

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Documenti, 2005-5

Iniziazione: nuove esperienze

Mons. A. Caprioli
«Trovare o ritrovare i luoghi di trasmissione della fede» è la preoccupazione comune alle recenti esperienze di iniziazione cristiana in Italia. È quanto emerge dalla «prima ricognizione» compiuta in proposito dall’Ufficio catechistico nazionale, pubblicata lo scorso anno e alla quale mons. Caprioli, presidente della Commissione episcopale per la liturgia e relatore all’Assemblea CEI di maggio 2003 sul medesimo tema, premette questa articolata «comunicazione». Il testo, che illumina molte delle prospettive della nota pastorale Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (cf. Regno-doc. 13,2004,398), sottolinea la consapevolezza dei vescovi stessi sulla crisi del modello attuale di iniziazione cristiana e sul suo rapporto inadeguato con la cultura attuale: «la domanda non è anzitutto: “cosa esigere”» da chi chiede i sacramenti dell’iniziazione, ma «come creare le condizioni perché la Chiesa sia capace di accogliere la richiesta che a essa si rivolge». Concludendo l’analisi delle esperienze in corso, mons. Caprioli riconosce positivamente due tendenze emergenti: lo spostamento progressivo del «perno di appoggio» della catechesi dai ragazzi agli adulti e il passaggio da «una catechesi per persone che hanno già la fede» al «coraggio di un primo annuncio».