Documenti, 1/2004, 01/01/2004, pag. 17
Studi e commenti: La violenza nella Chiesa
«Nella Chiesa attuale non si applica più la violenza fisica… Tuttavia restano altre forme di violenza morale e psicologica». Vasta eco ha avuto un articolo di p. C. Maccise, biblista, ex-preposito generale dei Carmelitani scalzi e per anni presidente dell’Unione superiori generali (USG), apparso sulla rivista dei religiosi cileni, Testimonio (15.11.2003; cf. anche The Tablet 22.11.2003). Senza per nulla demonizzare il potere nella Chiesa e senza giudizio sulle persone, p. Maccise affronta il tema difficile del rapporto tra alcune istituzioni ecclesiastiche e l’esercizio di forme di violenza. Fra queste ricorda la pratica del centralismo, l’autoritarismo patriarcale, alcuni comportamenti discriminatori, il dogmatismo. In positivo propone un «atteggiamento dialogante nella Chiesa che porti a parlare e ad ascoltare l’altro, senza atteggiamenti inquisitori e di rifiuto, nella ricerca sincera della verità», e un «decentramento che permetta un contatto diretto con le sfide e i problemi dentro e fuori la Chiesa». La questione della violenza da anni è nell’agenda delle conferenze dei religiosi e religiose: in Francia se ne è
discusso nel 2002, in Africa nel 2001, in America Latina rientra nelle cinque priorità che la Confederazione latino americana dei religiosi (CLAR) si è data. I casi specifici a cui p. Maccise fa riferimento erano casi già noti all’interno dei superiori e superiore maggiori e la loro divulgazione non ha provocato reazioni da parte delle istituzioni vaticane.
Adista n. 78, 1.11.2003, 7-11.
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