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Documenti, 11/2004, 01/06/2004, pag. 379

75 anni di Fede e costituzione

Mary Tanner
«Un numero sempre minore di cristiani pare interessato all’unità visibile dell’unica Chiesa… Hanno inteso quella del movimento ecumenico come una chiamata a un’unità rigida, priva di attrattive e non convincente, che soffoca le diversità… Persino all’interno del CEC vi sono state voci potenti che hanno sfidato la chiamata all’unità visibile, sostituendola con l’appello a formare un’associazione conciliare di quanti sono diversi ma cercano insieme la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato». La voce preoccupata che constata la progressiva emarginazione di Fede e costituzione, cioè la commissione teologica del Consiglio ecumenico delle Chiese, è quella di Mary Tanner, che ne fu moderatrice dal 1991 al 1998. L’occasione è una conferenza su «75 anni di Fede e costituzione» da lei tenuta il 29 marzo scorso presso la Pontificia università S. Tommaso d’Aquino «Angelicum» a Roma, dove recentemente è stata costituita una cattedra di studi ecumenici intitolata a Jean-Marie Tillard, cattolico, che insieme all’anglicana Tanner è stato tra i principali ispiratori della recente ricerca teologica ecumenica di Fede e costituzione. Oggi, per la teologa, la sfida è quella di «non abbandonare l’unità visibile della Chiesa, ma piuttosto di iniziare una paziente scoperta di comunione nella quale la diversità fiorisce in una maniera che difficilmente avremmo immaginato».

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