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Documenti, 15/2004, 01/09/2004, pag. 458

Ci ha preceduto sulla via ecumenica

Card. W. Kasper
Fra il 25 e il 28 agosto, festa della Dormizione della Theotokos nel calendario ortodosso, l’icona della Madre di Dio di Kazan’, «dopo aver attraversato diversi paesi», intraprende «il viaggio di ritorno verso la Russia da cui è partita un giorno lontano» (Giovanni Paolo II). Avendo raccolto lungo i secoli le preghiere di fedeli ortodossi e cattolici, l’icona è diventata «il simbolo di quella comunanza nella fede condivisa dalla cristianità orientale e occidentale» (W. Kasper). Una Delegazione della Santa Sede ha consegnato il dono del papa Giovanni Paolo II al patriarca Alessio II nella basilica della Dormizione a Mosca. La circostanza è stata letta, sia da parte cattolica sia da parte ortodossa, come «un passo nella giusta direzione, nella convinzione che in futuro sarà fatto tutto il possibile per risolvere alcuni problemi esistenti fra le nostre Chiese» (Alessio II).

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Documenti, 2008-1

Tutti siano una cosa sola. Il card. Walter Kasper al Collegio cardinalizio

Card. W. Kasper
«L’ecumenismo non è una scelta opzionale, ma un sacro obbligo» fondato sulla Scrittura, assunto dal Vaticano II «come uno dei suoi principali intenti» e ribadito sia da Giovanni Paolo II nell’Ut unum sint sia da «papa Benedetto fin dal primo giorno del suo pontificato»: così aprono le «informazioni e riflessioni sulla situazione ecumenica attuale» che il card. Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha tenuto all’incontro del Collegio cardinalizio (24 novembre), riunito in Vaticano in occasione del Concistoro (cf. anche l’intervista che egli ha dato a Regno-att. 22,2007,731ss). Vi sono stati enormi progressi, come il fatto che «la cattedra di Pietro è diventata un punto di riferimento per tutte le Chiese e tutte le comunità ecclesiali». E allo stesso tempo sono emerse nuove difficoltà: con l’ortodossia, a partire dalla «svolta politica del 1989-1990»; con le comunità riformate, specialmente in campo etico; con la «crescita esponenziale» dei gruppi carismatici e pentecostali. Eppure la necessità di una «testimonianza comune della fede in un mondo sempre più secolarizzato» si fa sempre più urgente: «basta gettare con un minimo di realismo uno sguardo ai “segni dei tempi” per comprendere che non c’è nessuna alternativa realistica all’ecumenismo, e soprattutto nessuna alternativa di fede».
Documenti, 2007-17

La luce di Cristo e la Chiesa. Alla III Assemblea ecumenica europea di Sibiu

Card. W. Kasper
III Assemblea ecumenica europea Sibiu, 5-9 settembre 2007     La luce di Cristo illumina tutti   Sul tema �La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unit� in Europa� si � svolta a Sibiu (Romania, 4-9.9.2007) la III Assemblea ecumenica europea, che ha convocato i delegati delle confessioni cristiane presenti nel continente. Rispetto alle precedenti...
Documenti, 2006-1

Parola di Dio: conversione e rinnovamento

Il card. W. Kasper nel 40° della Dei verbum
L’incipit della costituzione sulla sacra Scrittura – «Dei verbum religiose audiens et fidenter proclamans» – costituisce una delle più felici formulazioni ecclesiologiche del Concilio, ponendo «l’essenza della Chiesa nella sua duplice dimensione di ascolto e di proclamazione». È la tesi articolata dal card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, nella relazione in occasione del convegno per il 40o della promulgazione della costituzione Dei verbum tenuto a Roma dal 14 al 18 settembre scorso e organizzato dal Pontificio consiglio stesso e dalla Federazione biblica cattolica. «Il Concilio non è riuscito a mantenere ovunque nel resto del testo l’alto livello raggiunto in questa straordinaria formulazione». Fu necessario, infatti, «accettare compromessi su diversi punti e alcune questioni sono state lasciate in sospeso. Ciò nonostante, anche se la costituzione si fosse limitata a formulare questa affermazione iniziale, ne sarebbe valsa ampiamente la pena», perché essa è «fondamentale per la comprensione che la Chiesa ha di se stessa».