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Documenti, 9/2005, 01/05/2005, pag. 202

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Il card. Ratzinger alle esequie di Giovanni Paolo II
«Possiamo essere sicuri che il nostro amato papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, santo padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà adesso alla gloria eterna del suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore». Tra le molte frasi che hanno scandito, presso l’opinione pubblica, gli ultimi giorni del pontificato di Giovanni Paolo II e i 17 giorni di sede vacante, questa con cui il card. Ratzinger ha concluso l’omelia della messa esequiale dell’8 aprile 2005 occupa un posto centrale. Essa infatti ha certamente interpretato con speciale efficacia il sentimento popolare che ha accompagnato, sia nella città di Roma, sia in tutto il mondo in virtù dei mass media, le celebrazioni in morte di Giovanni Paolo II, sin dalla sera stessa del 2 aprile. Cf. anche, nello stesso senso, l’omelia del card. Sodano alla messa di domenica 3 aprile (nel riquadro a p. 201).

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