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Documenti, 17/2006, 01/10/2006, pag. 552

La croce e la mezzaluna

G. Carey, già arcivescovo di Canterbury
Stiamo davvero assistendo a un nuovo scontro di civiltà agito attraverso le religioni? All’indomani della lezione di Benedetto XVI all’Università di Regensburg e del dibattito che ne è scaturito (cf. qui a p. 540), George Carey, arcivescovo emerito di Canterbury, nella conferenza tenuta il 18 settembre al Newbold College di Bracknell (Gran Bretagna) su «La croce e la mezzaluna. Lo scontro tra le religioni in un’epoca di secolarizzazione» parla del confronto tra cristianesimo e islam proponendo alcuni percorsi. Posto che «oggi domina la regola del politically correct», in base alla quale «non possiamo porre domande scomode … senza che la gente concluda che stiamo attaccando un’altra religione», il dialogo con l’islam deve rispettare «il sentimento religioso» dell’altra fede, per giungere a «quello che papa Giovanni Paolo II chiamava "il dialogo dello spirito"». Poi occorre «sfidare il mondo laico a considerare la fede religiosa con un partner nella soluzione dei problemi del mondo». Infine il dialogo non può prescindere né dall’emarginazione che l’islam vive nelle periferie del mondo, né dalle difficoltà vissute dalle minoranze religiose in terra islamica. Stampa (20.9.2006) da sito Internet glcarey.co.uk; nostra traduzione dall’inglese. Sottotitoli redazionali.

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