Documenti, 15/2007, 01/09/2007, pag. 457
Summorum pontificum. Lettera apostolica motu proprio sull'uso della liturgia romana prima del 1970
Benedetto XVI
«Il Messale romano promulgato da Paolo VI è l’espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino... il Messale romano promulgato da s. Pio V… deve venire considerato come espressione straordinaria della stessa lex orandi… Queste due espressioni… sono due usi dell’unico rito romano». Al centro della lettera apostolica Summorum pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 e della concomitante Lettera ai vescovi, datate 7 luglio, c’è la preoccupazione del papa per l’unità della grande tradizione cattolica (cf. Regno-att. 14,2007,434), messa a rischio sia dalla frattura col movimento dei lefebvriani sia dalle letture conciliari che privilegiano ermeneutiche di rottura e discontinuità. Così interpreta l’intervento pontificio anche il card. Ruini (qui a p. 458); mentre mons. C. Dagens (qui a p. 460) mette maggiormente in luce le possibili problematiche aperte dalle condizioni nelle quali si dovrebbe realizzare l’unità con i tradizionalisti. La Commissione sulla liturgia dei vescovi statunitensi (qui a p. 462) propone un testo che sottende l’interrogativo se le nuove norme favoriranno quella «actuosa participatio» dei fedeli laici auspicata dalla Sacrosanctum concilium.
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