Documenti, 7/2008, 01/04/2008, pag. 218
Africa: guarigione delle memorie: Barthélemy Adoukonou, segretario generale della CERAO
«La legge del silenzio ha regnato a lungo sulla tratta dei neri e sullo
schiavismo» anche nella Chiesa. Solo con Giovanni Paolo II (1985) è stata
formulata una richiesta di perdono per lo schiavismo, poi ripresa nel giubileo del 2000 e infine portata a compimento dall’episcopato africano a Gorée nel 2003 (cf. Regno-doc. 21,2003,693ss). Non si tratta però di rivendicare solamente un diritto calpestato, presupposto in base al quale operano i tribunali dell’ONU o le commissioni verità e riconciliazione, ma di assumere un «paradigma storico» plurale dove i neri sono sia vittime sia carnefici e che sia in grado di liberare anche dalle schiavitù attuali. Lo sostiene padre Adoukonou, segretario generale della Conferenza episcopale regionale dell’Africa occidentale francofona (CERAO), nella sua relazione – Riconciliazione e guarigione delle memorie – al II seminario del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (13-18.11.2007, Cape Coast, Ghana), organizzato in occasione del 200° anniversario della fine della schiavitù in Africa, intitolata «“Conosco le sofferenze del mio popolo” (Es 3,7). La schiavitù e le nuove schiavitù» (per quello del 2004 cf. Regno-att. 20,2004,680).
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