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Documenti, 3/2009, 01/02/2009, pag. 88

Per il bene comune. Mons. Forte ai politici e agli amministratori dell'arcidiocesi di Chieti-Vasto

B. Forte
«La situazione dell’Italia d’oggi mo stra con evidenza i tratti di un paese stanco e diviso. La stanchezza si profila non solo nei segni preoccupanti di recessione economica, nella perdita di competitività di molte delle nostre aziende, nella diffusa incapacità a elaborare e perseguire una progettualità di largo respiro, ma anche e soprattutto nella perdita di carica utopica, riscontrabile specialmente fra i giovani, nella penuria di speranza che si avverte tanto nella vita personale, quanto nell’impresa collettiva, nella disaffezione all’impegno politico». È il punto di partenza delle riflessioni che mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha indirizzato l’11 gennaio ai rappresentanti delle istituzioni, ai politici e agli amministratori della cosa pubblica, operanti sul territorio dell’arcidiocesi. Le riflessioni riprendono due suoi precedenti interventi pubblici: il primo richiama le qualità del cristiano nell’impegno politico al servizio della giustizia e della pace quali l’orizzonte ultimo, la necessità del giudizio morale, il bene comune come fine, la parola come mezzo, comunione e solidarietà, lo stile di vita, il primato della santità; e il secondo le priorità cui dedicarsi in vista del bene comune sul territorio abruzzese.

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Leggi anche

Documenti, 2018-9

Giovani: motori del cambiamento

I vescovi italiani scrivono ai giovani

Vescovi toscani; mons. M. Delpini, mons. B. Forte, mons. I. Muser, mons. L. Tisi

L’anno 2018 vede la Chiesa cattolica dare un’attenzione particolare ai giovani, ai quali è dedicato il percorso sinodale che culminerà in ottobre con l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» (Roma, 3-28 ottobre 2018). Mentre si attende la pubblicazione dell’Instrumentum laboris, alcuni vescovi italiani si sono rivolti direttamente ai giovani con lettere e messaggi.

Di seguito pubblichiamo:

– la lettera d’Avvento dei vescovi toscani, Ci siete molto cari. Per una Chiesa che sia la vostra casa, in Toscana oggi 14.12.2017;

– il Messaggio per i tuoi 18 anni di mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, gennaio 2018, in www.chiesadimilano.it (titolazione redazionale);

– la Lettera ai giovani di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - Vasto, Quaresima - Pasqua 2018, in www.chieti.chiesacattolica.it;

– la Lettera ai giovani della nostra diocesi di mons. Ivo Muser, vescovo di Bolzano - Bressanone, 11 marzo 2018, in www.bz-bx.net;

– l’Omelia in coena Domini con lavanda dei piedi a 12 giovani di mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento, 29 marzo 2018, in www.diocesitn.it.

Attualità, 2014-16

Il creato: responsabilità e relazione. Verso un'etica e una spiritualità ecologiche

B. Forte
La crisi ecologica che stiamo vivendo è effetto del dominio dell’uomo sul suo ambiente vitale, in un rapporto di strumentalizzazione che dipende anche dalla «svolta moderna» e dall’asservimento dell’ecosistema al mito del progresso. In questo è stato puntato il dito anche contro la tradizione ebraico-cristiana, che avrebbe determinato lo sviluppo di un’etica del dominio fortemente antropocentrica. Se l’analisi delle responsabilità teologiche della crisi ecologica evidenzia un intreccio dialettico di diversi elementi, è giusto chiedersi (B. Forte) quale concezione teologica e morale vada sviluppata per fondare un rapporto responsabile fra l’uomo e il suo ambiente. La rivelazione biblica e poi la tradizione cristiana – Benedetto, Ignazio di Loyola – sviluppano una visione di questo rapporto che insiste sulle dimensioni creative e contemplative del lavoro e della festa. Ma è soprattutto nel Cantico di frate Sole di Francesco d’Assisi che – a partire dalla sofferenza e dalla contemplazione insieme – si ricrea il nesso fraterno con il «tu» del creato, dove l’esperienza del perdono dell’Altissimo rende possibile la riconciliazione e l’amore tra le creature (P. Stefani).
Documenti, 2013-17

La Chiesa, madre dei credenti

Mons. B. Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto
«È nel desiderio di farla conoscere e amare che scrivo questa lettera sulla Chiesa, non da spettatore distaccato, ma da testimone che da essa ha ricevuto il dono più grande, la fede». È con il cuore e «lo sguardo della fede» che mons. Bruno Forte, arcivescovo di Cheti-Vasto, descrive la Chiesa – «che amo e in cui credo» – nella lettera pastorale scritta per l’anno diocesano 2013-2014 e recentemente presentata. Una Chiesa «del dialogo e della missione», che ha il volto bello e riconoscibile della Chiesa del Concilio, a cominciare dalla centralità assegnata al «mistero della presenza di Dio», che la rende «icona della Trinità, comunione di uomini e donne, adulti e responsabili». Una comunione che è necessaria per vivere, scrive Forte, «di fronte all’arcipelago, che è spesso la società in cui viviamo», dove la Chiesa deve suscitare e coltivare «relazioni di rispetto e di amore, che siano un’immagine eloquente della comunione trinitaria e accendano in chi è lontano il desiderio di Dio e dell’esperienza del suo amore». È il volto di una comunità profetica, capace di trasmettere la gioia e la bellezza» del Vangelo.