Documenti, 13/2010, 01/07/2010, pag. 449
Il crocifisso e l'Europa. Ricorso: Governo italiano 28 gennaio 2010
Il 30 giugno si è riunita a Strasburgo la Grande camera della Corte europea dei diritti dell’uomo per discutere del ricorso presentato dal governo italiano (28 gennaio) contro la sentenza (II sezione della medesima Corte del 3.11.2009; qui sotto) che ha giudicato l’esposizione del crocifisso nelle scuole una violazione della libertà di educazione dei genitori e del dovere di neutralità dello stato. Il nucleo centrale del ricorso (qui a p. 449) è duplice: da un lato l’idea, espressa anche dal presidente della Repubblica italiana G. Napolitano, che la «questione particolarmente sensibile dell’atteggiamento da tenere nei confronti delle simbologie religiose» debba essere «affrontata dai singoli stati». Dall’altro l’idea che il principio di neutralità dello stato in materia religiosa si applichi non solo «nei confronti delle religioni, ma anche delle filosofie laiciste». Secondo il governo italiano, quindi, la neutralità dello stato si traduce in ricerca di «un modus vivendi accettabile» per rendere presenti nello spazio pubblico «simboli religiosi diversi» che fanno riferimento sia alla «tradizione culturale» locale sia alle «esigenze religiose della stragrande maggioranza dei cittadini».
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