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Documenti, 13/2011, 01/07/2011, pag. 443

«Voi dunque pregate così». Gruppo di Dombes

Gruppo di Dombes
Dalle lacerazioni del Cinquecento, la preghiera che ci ha insegnato Gesù è stata pregata e meditata separatamente dalle diverse confessioni cristiane, e di qui la tentazione per ciascuna di appropriarsi del Padre nostro e il costituirsi di un ricco patrimonio spirituale, spesso ignorato dalle altre tradizioni cristiane. Vicino ormai ai 75 anni di vita, il Gruppo ecumenico di Dombes affronta ora questa parte fondamentale dell’insegnamento del Signore con il volume «Voi dunque pregate così». Il Padre nostro, itinerario per la conversione delle Chiese, per «rischiare una lettura che sia davvero ecclesiale», sempre alla luce del tratto interpretativo caratteristico del Gruppo, ossia l’idea di «conversione». «Mentre i nostri documenti precedenti partivano dalle divergenze tra le nostre Chiese per prospettare le conversioni necessarie in vista dell’unità, questa volta partiamo invece da un forte punto di convergenza per discernere le conversioni che esso implica».

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Documenti, 2011-19

«Voi dunque pregate così» / 4. Gruppo di Dombes

Gruppo di Dombes
«Il Padre nostro obbliga le Chiese alla comunione»: è un elemento fondamentale dell’identità cristiana, ma oggi è contraddetto in radice dalla situazione di Chiese separate e non disposte a riconoscersi reciprocamente. Dopo aver istruito la questione esaminando la storia delle Chiese e la testimonianza biblica, nell’ultima parte del volume «Voi dun que pregate così» (Mt 6,9). Il Padre nostro, itinerario per la conversione delle Chiese il Gruppo ecu menico di Dombes prospetta i passi che sono ora necessari alle confessioni cristiane per realizzare l’invito alla conversione e alla riconciliazione contenuto nella preghiera del Padre nostro: mettere il sigillo sui risultati raggiunti, con nuove dichiarazioni ufficiali impegnative e con gesti concreti che traducano la recezione comunitaria e istituzionale delle acquisizioni ecumeniche.
Documenti, 2005-17

«Un solo maestro» II.

Gruppo di Dombes
«In una società come la nostra, nella quale i punti di riferimento diventano sempre più incerti... è ancor più urgente che le Chiese proclamino la fede e mostrino le loro convinzioni profonde. Non dimentichiamo comunque che “fare autorità” in questo tempo, come al tempo del Cristo, sarà sempre una proposta, convincente e convinta, e non un’imposizione egemonica». Dopo l’«anamnesi» compiuta nelle prime tre parti (cf. Regno-doc. 15,2005,425ss), con i capitoli conclusivi il documento del Gruppo di Dombes sull’autorità dottrinale si propone un fine «terapeutico»: consapevole del contesto culturale contemporaneo, analizza le tradizioni e le prassi cattolica e protestante per mostrare divergenze e luoghi di consenso (IV parte) e per formulare alcune proposte di conversione (V). «Abbiamo constatato che siamo uniti sui punti fondamentali della fede, sui testi che fanno autorità e sul ruolo dell’autorità dottrinale. Per quanto riguarda l’esercizio di questa autorità, le nostre Chiese usano gli stessi elementi, ma secondo logiche, organizzazioni e ordinamenti diversi. Perciò, bisogna stabilire insieme i criteri dell’ecclesialità: a quali condizioni le nostre Chiese possono riconoscersi reciprocamente come “Chiese-sorelle”?». Soo se avranno «il coraggio di un esame senza trucchi delle nostre rispettive tradizioni, nelle loro inflazioni o nelle loro carenze, nelle loro sottolineature particolari, come pure nelle caricature delle altre Chiese che esse ancora veicolano».
Documenti, 2005-15

Un solo maestro. I.

Gruppo di Dombes
«Perché abbiamo scelto di affrontare un tema così difficile e scottante come quello dell’autorità dottrinale nella Chiesa? Perché ci è sembrato un punto nodale nel dialogo fra le nostre Chiese (…) che sta a monte di punti più specifici, ma ne governa la possibile soluzione». Il lungo tempo trascorso dalla pubblicazione dell’ultimo documento del gruppo ecumenico di Dombes su Maria (1998; Regno-doc. 3,1998,95 e 5,1998,183) ha visto un certo ricambio nei membri del gruppo i cui co-moderatori (Blancy e Chenu) sono entrambi prematuramente scomparsi, nonché l’abbandono dell’abbazia da cui il gruppo prendeva nome, per stabilirsi presso i benedettini di Pradines. Alla fine dell’articolata riflessione – di cui in questo numero pubblichiamo le prime tre parti, quelle a carattere storico e scritturistico –, il gruppo affermerà di essere «con le spalle al muro», nel senso che «noi, cattolici e protestanti, concordiamo sui riferimenti fondamentali dell’autorità dottrinale (testi, persone, comunità ecc.), ma articoliamo molto diversamente questi riferimenti comuni. Il luogo del consenso è il luogo stesso della divergenza», così come si è manifestata anche nelle «recenti tensioni causate dal modo e dal tono di certe prese di posizione dottrinali da parte cattolica, con, in contrappunto, la tendenza a relativizzare ogni forma di autorità dottrinale da parte delle Chiese della Riforma».