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Documenti, 19/2012, 01/11/2012, pag. 621

Allargare il matrimonio? Nota della Commissione famiglia e società. Conferenza vescovi di Francia

Commissione famiglia e società della Conferenza dei vescovi di Francia
La concessione «del matrimonio civile alle persone dello stesso sesso e la possibilità per queste di ricorrere all’adozione è questione molto seria (…) che avrebbe conseguenze notevoli sui figli, sull’equilibrio delle famiglie e sulla coesione sociale». Così afferma l’incipit con cui la Commissione Famiglia e società dei vescovi francesi ha aperto la nota Allargare il matrimonio alle persone dello stesso sesso? Apriamo il dibattito, pubblicata lo scorso 27 settembre (cf. Regno-att. 18,2012,586). Tuttavia, secondo i presuli e gli esperti della commissione, vi è una forte difficoltà ad aprire un reale confronto tra posizioni diverse tra loro, perché automaticamente si viene tacciati di «omofobia», accusa che – riconosce il testo – ha una sua ragione d’essere, dato che «per lungo tempo le persone omosessuali sono state condannate e rifiutate». Se si riuscirà a superare questo ostacolo sarà possibile, oltre che auspicabile, discutere di una «riforma profonda del diritto matrimoniale e della filiazione» che riguarda «tutti i cittadini» e non solo i credenti.

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Dopo la legge sul matrimonio omosessuale

Commissione Famiglia e società della Conferenza dei vescovi di Francia
Preso atto che l’approvazione del progetto di legge sull’apertura dell’istituto matrimoniale a coppie dello stesso sesso nell’aprile scorso non rifletteva la propria visione, la Conferenza dei vescovi di Francia «ha invitato i cattolici a comportarsi come cittadini che in democrazia assumono una posizione minoritaria». Nel documento, a firma della Commissione Famiglia e società, Continuiamo nel dialogo, reso noto in maggio, non solo ribadiscono la propria posizione, ma fanno il punto su come procedere. Essi prendono atto che continuando a riflettere «sulle nostre visioni del mondo e le loro conseguenze per la vita di tutti e particolarmente dei più vulnerabili fra di noi», si possono trovare nuovi spunti di convergenza con i tanti che, pur favorevoli alla nuova legge, hanno «espresso l’auspicio che si tenga in maggiore considerazione il superiore interesse della prole». I vescovi concludono il testo con l’invito ai cattolici di dare prova «di maturità spirituale» non solo pronunciando «parole per esprimere una convinzione » ma soprattutto mettendo in atto «la testimonianza e l’impegno di una vita al servizio del prossimo, nutrita dalla fede in Cristo».