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Documenti, 13/2013, 01/07/2013, pag. 405

Chiedo perdono per l'indifferenza. Omelia nella messa presso il campo sportivo di Lampedusa

Francesco
La notizia della morte nel mar Mediterraneo degli immigrati è come – ha detto papa Francesco nella sua prima visita fuori Roma – «una spina nel cuore». Annunciata assieme alla pubblicazione dell’enciclica Lumen fidei (qui a p. 385), la visita a Lampedusa – a cui non sono state ammesse personalità politiche – è stata come un’altra, potente enciclica. Nel suo indice troviamo il ringraziamento agli abitanti dell’isola per la loro generosità; l’augurio di «abbondanti frutti spirituali» ai «cari immigrati musulmani» per l’inizio del Ramadan; e una forte richiesta di «perdono» per l’umanità che non «si sente responsabile» e non piange la morte di questi fratelli: «Siamo una società» che nella «globalizzazione dell’indifferenza» non sa «piangere»; siamo tutti «innominati, responsabili senza nome e senza volto» di fronte alla domanda «dov’è tuo fratello?». Infine – ultimo punto dell’indice – occorre anche chiedere perdono «per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi».

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Italia - Facoltà teologica dell’Emilia Romagna: Bibbia e riforma della Chiesa

Un dibattito tra rivisitazione della Tradizione e decostruttivismo

Francesco Pieri

Con il titolo «La Bibbia per la riforma della Chiesa» si è svolto nei giorni 12 e 13 marzo scorsi il XVIII convegno annuale della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna (FTER), a cura del Dipartimento di storia della teologia. Nel corso delle 3 sessioni sono intervenuti alcuni docenti della Facoltà, affiancati da altri relatori italiani e stranieri, il cui impegno ha consentito all’evento di mantenere un buon livello nelle diverse relazioni e nella discussione con i numerosi partecipanti.

 

Attualità, 2024-8

L’umorismo della Lettera
 agli Ebrei

Battezzati, battezzate,
ministero e sacerdozio

Francesco Rossi De Gasperis SJ

Una «cosa sono i ministeri o uffici ecclesiali (come il presbiterato o l’episcopato), che la Chiesa contingentemente affida ad alcuni fedeli, mediante il sacramento dell’ordine (imponendo loro le mani), e altra cosa è il sacerdozio, che il Nuovo Testamento riconosce proprio esclusivamente di Gesù risorto, al quale l’insieme dei cristiani (uomini e donne) partecipa per il sacramento del battesimo, senza alcun bisogno di facoltà particolari». Può essere considerato questo il perno della riflessione che qui proponiamo: una rilettura, condotta in libertà, con brillantezza e qualche esplicita annotazione umoristica, della Lettera agli Ebrei, in particolare per considerare criticamente, entro un più ampio ragionamento sul ministero, l’«esclusione programmatica delle donne dal sacerdozio e dalla celebrazione di alcuni segni sacramentali ecclesiali (cresima, eucaristia, remissione dei peccati, unzione degli infermi)». L’autore annota in apertura che si tratta di «riflessioni personali su alcune riforme di dottrina e di linguaggio che mi sembrano scaturire da un’ingenua, ma attenta, lettura del Nuovo Testamento, che rimetto tuttavia interamente al giudizio e all’insegnamento autoritativo della Chiesa, mia madre»; ma è difficile non rilevare, proprio in riferimento alla donna nella Chiesa, la forza delle conclusioni: non c’è altra ordinazione sacerdotale; le donne sono già sacerdoti.

 

Documenti, 2024-7

Il papa: collaborazione tra curia romana e Sinodo

Francesco

Il 17 febbraio è stato pubblicato un Chirografo del santo padre Francesco sulla collaborazione tra i dicasteri della curia romana e la Segreteria generale del Sinodo, datato 16 febbraio (www.vatican.va).