Documenti, 1/2014, 01/01/2014, pag. 23
Sulla libertà religiosa
Nella sessione del 24 giugno 2013 la Commissione per gli affari esteri del Consiglio dell’Unione Europea ha approvato gli Orientamenti sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo. Il testo contiene alcune indicazioni su un tema che rimane nella sua concreta gestione delicato e controverso. Se da un lato, infatti, «le violazioni o gli abusi della libertà di religione o di credo (…) sono diffusi» anche «in Europa» – affermano gli Orientamenti –, dall’altro non sono previste sanzioni. A meno che non si tratti di paesi terzi: in questo caso le risposte
alle richieste di aiuti allo sviluppo o alle domande di entrata nell’UE potranno essere condizionate anche dal rispetto di questo «diritto fondamentale». Sul fronte interno, poi, un banco di prova sarà quello del rapporto tra libertà d’espressione e incitamento all’odio (art. 32): se vi sono violenze, l’UE interverrà tramite «un giudice indipendente»; diversamente si opporrà alla limitazione della libertà d’espressione, invitando le parti a un dibattito e all’utilizzo del diritto di replica, ricordando anche che «il diritto alla libertà di religione (…) non include il
diritto» a essere esenti «da critiche o da una possibile ridicolizzazione».
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