D
Documenti
Documenti, 7/2014, 01/04/2014, pag. 237

Il nodo della classe dirigente. Sull'attuale congiuntura della regione

I vescovi siciliani
La classe dirigente siciliana, non solo quella politica, «dovrebbe caratterizzarsi sempre, e a maggior ragione in questa fase, con la cifra del rigore etico e della competenza socio-politica». È il passaggio più incisivo di queste «riflessioni circa la situazione economica, sociale e politica», rese pubbliche dai vescovi siciliani lo scorso 19 febbraio, e che hanno come interlocutore principale l’amministrazione regionale (quella attuale è in carica da 16 mesi, ma la sua fragile maggioranza è già entrata in difficoltà). La critica dei vescovi, «che non riguarda solo i livelli istituzionali e politici ma chiunque eserciti ruoli di responsabilità verso gli altri e che, come cristiani, ci esorta a recitare il mea culpa su noi stessi, prima che sugli altri, per le tante omissioni o pavidità» (ivi), si snoda attraverso la segnalazione di alcune aree più bisognose d’intervento (politiche sociali e della famiglia, immigrazione, riforme del governo locale, occupazione giovanile) e culmina nella riaffermazione «dell’incompatibilità del Vangelo con la mafia e la sub-cultura che ne deriva» (n. 8).

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Documenti, 2011-9

Immigrati: oltre l'emergenza

I vescovi siciliani
Durante l’assemblea primaverile della Conferenza episcopale siciliana, svoltasi a Palermo il 4 e il 5 aprile scorsi, si è parlato soprattutto di migrazioni. Riportiamo il punto n. 1 del Comunicato finale pubblicato al termine dell’incontro (www.chiesedisicilia.org).