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Documenti, 16/2015

Famiglia soggetto di evangelizzazione

Note in vista della XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi

Card. Angelo Scola
«La Chiesa tutta, in particolare attraverso il magistero degli ultimi pontefici, ha sottolineato con forza l’intrinseco rapporto tra evangelizzazione e realtà familiare. (…). È la ragione per cui non ci sarà riforma della Chiesa senza la riscoperta della famiglia e del suo compito». Con queste parole, il card. Scola, arcivescovo di Milano, introduce un testo che, dopo le riflessioni offerte in vista del Sinodo straordinario dello scorso anno (cf. Regno-att. 16,2014,540-545), intende proporsi quale contributo per dare «contenuto concreto alla decisiva affermazione della famiglia come Chiesa domestica»; compito che passa per la riaffermazione dell’unità tra dottrina e pastorale e per una comprensione più profonda del matrimonio cristiano nell’economia sacramentale. Vengono inoltre suggerite alcune vie per dare forma all’accompagnamento dei fedeli «in situazioni matrimoniali canonicamente irregolari accogliendo l’invito alla misericordia», escludendo proposte che l’autore ritiene «insufficienti».

Regolare la gestazione surrogata

Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)
La maternità e la gestazione surrogate, il cosiddetto «utero in affitto», sono materia di crescente preoccupazione nel dibattito politico e giuridico nell’Unione Europea. Per questo il Gruppo di lavoro della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) ha presentato il 23 febbraio scorso al Parlamento europeo questo Parere sulla gestazione surrogata. La questione della regolamentazione a livello europeo o internazionale. Il documento argomenta come tutte le forme di gestazione surrogata costituiscano un serio rischio per la dignità umana di tutti i soggetti coinvolti, in quanto strumentalizzano sia la gestante (spesso costretta dalla povertà e sfruttata), sia il bambino, trattato come un oggetto. Il Parere suggerisce che «la ricerca di regole e di prassi giuridiche comuni potrebbe iniziare (…) dalla valutazione della fattibilità del rifiuto della trascrizione degli atti di nascita o del riconoscimento delle decisioni giudiziarie di paesi di nascita nel caso siano corrisposti “compensi”».