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Documenti, 7/2015, 20/02/2015, pag. 1

L'unico nostro titolo di onore

Al Concistoro ordinario pubblico e nella messa con i nuovi cardinali

Francesco

Sabato 14 febbraio, nella Basilica Vaticana, papa Francesco ha tenuto un Concistoro ordinario pubblico per la creazione di venti nuovi cardinali. Nell’occasione, ha pronunciato la sua omelia sull’«inno alla carità» della Prima lettera ai Corinzi, che ha indicato ai cardinali quale «parola-guida» per il loro ministero, contenente «un programma di vita spirituale e pastorale». Il giorno seguente (15 febbraio), presiedendo la concelebrazione eucaristica con i nuovi cardinali e con tutti i porporati convenuti a Roma, ha sottolineato «la compassione di Gesù di fronte all’emarginazione e la sua volontà di integrazione». «Vi esorto a servire la Chiesa in modo tale che i cristiani – edificati dalla nostra testimonianza – non siano tentati di stare con Gesù senza voler stare con gli emarginati», ha detto, perché «sul Vangelo degli emarginati, si gioca e si scopre e si rivela la nostra credibilità!».

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Il focus del viaggio è stato il rapporto con l’islam, soprattutto in Indonesia, dove nell’ex capitale Giacarta si è svolto il momento forse più simbolico dell’intero viaggio, con la celebrazione interreligiosa nella moschea più grande del Sud-est asiatico insieme ai rappresentanti di tutte le fedi riconosciute dallo Stato.

Durante tutti gli incontri papa Francesco ha sottolineato il valore dell’unità nella diversità (che è anche il motto nazionale dell’Indonesia) e dell’armonia delle differenze: «L’armonia nel rispetto delle diversità si raggiunge quando ogni visione particolare tiene conto delle necessità comuni e quando ogni gruppo etnico e confessione religiosa agiscono in spirito di fraternità, perseguendo il nobile fine di servire il bene di tutti. La consapevolezza di partecipare a una storia condivisa, nella quale ciascuno porta il proprio contributo e dove è fondamentale la solidarietà di ogni parte verso il tutto, aiuta a individuare le giuste soluzioni, a evitare l’esasperazione dei contrasti e a trasformare la contrapposizione in fattiva collaborazione» (Giacarta, 4 settembre).

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