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Documenti, 19/2016, 01/11/2016, pag. 614

Il cancro della corruzione

I vescovi del Kenya

Che il «cancro» della corruzione «si sia diffuso in tutti i poteri del governo e che si stia estendendo sia nel governo nazionale sia in quelli locali, così come in altri settori della società keniota, può indurre a perdere la speranza e a rinunciare a combattere. Non possiamo arrenderci. Ora è il momento di alzarci e di affrontare questa malattia perniciosa con tutte le armi che abbiamo». L’11 aprile i vescovi del Kenya hanno pubblicato una Dichiarazione sullo stato della nazione, che entra direttamente sulle più vive questioni politiche del paese africano, dalla decisione – fortemente polarizzante – della Corte penale internazionale di non processare il vice presidente William Ruto e l’ex giornalista radiofonico Arap Sang per le violenze post-elettorali del 2007-2008, alla gravissima piaga della corruzione che affligge lo stato e tradisce le aspirazioni dei fondatori della «grande nazione». Il richiamo dei vescovi a una reazione morale del paese ha come riferimento forte le parole del papa in Kenya contro la corruzione e il tribalismo, nel suo viaggio del novembre scorso (cf. Regno-doc. 37,2015,4).

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