D
Documenti
Documenti, 21/2016, 01/12/2016, pag. 672

Generare speranza e fiducia in Dio

Lettera di mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale, al clero in merito alla lettera apostolica Misericordia et misera

Mons. Marcello Semeraro

 «Come vi è noto, nella lettera apostolica Misericordia et misera… il papa Francesco ha esteso nel tempo per tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere quanti hanno procurato il peccato d’aborto, già concessa limitatamente al periodo giubilare… Permettete, però, che unisca alcune ragioni che potranno aiutare a meglio comprenderla sia noi, sia i fedeli». Con una lettera firmata il 27 novembre e indirizzata al clero della diocesi di Albano Laziale, mons. Marcello Semeraro è tornato sulla lettera apostolica del papa Misericordia et misera, pubblicata a conclusione dell’Anno santo (qui a p. 649), con l’intenzione di fornire alcuni criteri interpretativi della disposizione relativa alla facoltà per tutti i sacerdoti di assolvere dal peccato di aborto. In particolare, il vescovo richiama la distinzione, già delineata dal diritto canonico, tra «peccato» e «sanzione penale»; sottolinea come non sia mutata la considerazione dell’aborto quale «grave peccato», ma che la misericordia del Padre può raggiungere e sanare il cuore di ogni peccatore pentito; evidenzia, infine, la natura «generativa» della decisione del papa, in grado cioè di aiutare più persone a prendere coraggio e ad avvicinarsi al confessionale, purché ci siano sacerdoti pronti ad accoglierle.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Documenti, 2017-15

Discernimento e Chiesa sinodale

Mons. Marcello Semeraro

Riflette sul n. 11 della Gaudium et spes, dove la costituzione pastorale del Vaticano II parla dell’azione di discernimento con cui il popolo di Dio riconosce negli avvenimenti la presenza di Dio e l’azione dello Spirito, la prolusione di mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di nove cardinali istituito dal papa per consigliarlo sul governo della Chiesa, al Convegno pastorale diocesano su «Discernimento cuore dell’accompagnare» (Castel Gandolfo, 19 giugno). Tema sostanziale nel magistero di papa Francesco, che anche a partire dalla propria formazione gesuitica lo ritiene un momento indispensabile perché la fede diventi «attiva, creativa ed efficace», il discernimento spirituale è un processo necessario perché il credente e la Chiesa nelle sue diverse manifestazioni evitino i rischi dello spiritualismo e del fondamentalismo, ed entrino nella dinamica della sinodalità, «uno dei frutti più promettenti dell’ecclesiologia conciliare e che oggi, grazie all’impulso di Francesco, conosce una felice stagione di rilancio». E «lo spazio reale per operare/verificare in una Chiesa diocesana e nelle sue parrocchie il passaggio nel concreto del principio sinodalità sono gli organismi di partecipazione».

Documenti, 2017-7

Le «eresie» pastorali secondo Evangelii gaudium

Mons. Marcello Semeraro

Quando parla della Chiesa di oggi, papa Francesco la descrive spesso come esposta a «tentazioni». Ovvero, secondo un’antica tradizione spirituale, quel «tempo difficile» nel quale la verità si prova e la fedeltà si rinnova. Cogliendo nell’intreccio tra immagini, simboli, figure e nozioni che caratterizza il discorso ecclesiologico di Jorge Mario Bergoglio la ricchezza dei riferimenti teologici e spirituali, mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di nove cardinali istituito dal papa per consigliarlo sul governo della Chiesa, si sofferma in questa relazione – tenuta il 30 settembre 2016 a Palermo al Convegno ecclesiale diocesano – su come il papa intenda le tentazioni dello «gnosticismo» e del «pelagianesimo»Spesso, specie nei testi successivi all’elezione al pontificato e in particolare nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, le troviamo abbinate «in una sorta di polarità». Vi è infatti un risultato comune a entrambi gli atteggiamenti, che il papa, con de Lubac, definisce – sin dal discorso pronunciato alle Congregazioni generali nel periodo della sede vacante – «mondanità spirituale: quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri». Cosicché, conclude il teologo Semeraro indagando il magistero di Francesco e i suoi riferimenti nel cristianesimo antico e moderno, «l’unica realtà in grado di liberarci dalla seduzione di aderire alle verità astratte (gnostiche)... e dell’autoreferenzialità vanitosa che isola e rende sterili è la carne di Cristo», che nel linguaggio di Francesco indica «non soltanto l’eucaristia, ma anche (e molte volte) il povero».

Documenti, 2014-13

Per leggere gli Orientamenti. Al Convegno nazionale direttori degli Uffici catechistici diocesani

Mons. Marcello Semeraro
Aprendo il Convegno nazionale dei direttori UCD (Bari, 23-26.6.2014), mons. Semeraro riprende la definizione di «Ecclesia mater» per delineare il quadro ecclesiologico nel quale inserire gli Orientamenti Incontriamo Gesù. Il percorso che ha portato, nel tempo, a maturare la necessità di questi Orientamenti è stato lungo e articolato, in collegamento con il «Documento di base» del 1970, ma in un’ottica di profondo ripensamento che ha tenuto conto, da una parte, del cammino decennale degli Orientamenti Educare alla vita buona del Vangelo e delle sperimentazioni catechistiche diocesane e, dall’altra, dell’ampia consultazione delle Conferenze episcopali regionali del 2013, oltre che del recente magistero dell’Evangelii gaudium. Dopo aver descritto brevemente l’iter previo del testo e la sua fase finale, mons. Semeraro offre un profilo di lettura che sottolinea i nodi pastorali e alcuni punti centrali. Conclude la presentazione ribadendo che l’incontro con Gesù non deve essere formale, ma un «corpo a corpo», affinché la catechesi sia capace di «aprire e mostrare alle donne e agli uomini del nostro tempo, il mistero dell’amore misericordioso del Padre, del cuore di Cristo, del soffio dello Spirito».