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Documenti, 11/2017

Essere speranza per tutti

Pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Fatima e canonizzazione di Francesco e Giacinta Marto

Francesco, Card. Parolin

«Non potevo non venire qui per venerare la Vergine madre e affidarle i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si perdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli nel battesimo e in umanità, in particolare per i malati e per le persone con disabilità, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati… Egli infatti ci ha creati come una speranza per gli altri, una speranza reale e realizzabile secondo lo stato di vita di ciascuno… Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita». Nel suo pellegrinaggio di due giorni a Fatima, il 12 e 13 maggio, per celebrare il 100° anniversario delle apparizioni mariane ai tre pastorelli portoghesi e proclamare santi due di essi, Francesco e Giacinta Marto, papa Francesco ha offerto una lettura sul valore attuale del messaggio di Fatima (cf. anche i vescovi portoghesi nel riquadro a p. 323). Un altro accento significativo ha riguardato l’immagine di Maria che la Chiesa venera: «Pellegrini con Maria... Quale Maria?... La “benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine…, o invece una “santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo? La vergine Maria del Vangelo, venerata dalla Chiesa orante, o invece una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che la vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi?».

I vescovi portoghesi: essere santi nella carità

I vescovi del Portogallo

In occasione della visita di papa Francesco a Fatima per la canonizzazione di Francesco e Giacinta Marto, nel corso della sua 191a Assemblea plenaria (Fatima, 24-27 aprile 2017) la Conferenza episcopale portoghese ha approvato una nota pastorale dal titolo Con Francesco e Giacinta Marto, chiamati a essere santi nella carità, pubblicata il 27 aprile (www.conferenciaepiscopal.pt; nostra traduzione dal portoghese).

 

Con respiro e passo sinodale

70° Assemblea generale della CEI

Conferenza episcopale italiana

Con «respiro e passo sinodale» i vescovi italiani hanno celebrato la 70a Assemblea generale, che aveva al primo punto del ricco ordine del giorno l’elezione della terna di vescovi da proporre al papa per la nomina del nuovo presidente, dopo il decennio del card. Angelo Bagnasco. Il papa ha quindi scelto il più votato, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, che egli aveva già prorogato in aprile, al compimento dei 75 anni di età, con la formula «donec aliter provideatur». Come già in passato, all’Assemblea ha partecipato Francesco, che ha consegnato il testo scritto preparato per l’occasione (che qui pubblichiamo), preferendo parlare a braccio e pronunciando un «extra omnes» per i giornalisti, con la precisa volontà che i vescovi si potessero confrontare con lui in un dialogo «disteso e riservato, cordiale e franco» – afferma il Comunicato finale (qui a p. 331) –. Gli altri temi dell’Assemblea hanno riguardato la situazione del paese; la presentazione del Sussidio sul rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente; i giovani e il prossimo Sinodo a essi dedicato; la situazione dei media ecclesiali; alcuni adempimenti giuridico-amministrativi, tra i quali anche «alcune misure di razionalizzazione del patrimonio degli istituti diocesani per il sostentamento del clero».

Il papa all’AC: in parrocchia e in politica

Francesco

Il 30 aprile in piazza San Pietro, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita dell’associazione, papa Francesco ha ricevuto in udienza l’Azione cattolica italiana (www.vatican.va; cf. Regno-att. 10,2017,265).

Migranti, segno di Dio

Conferenza episcopale ligure

«Come cristiani siamo chiamati a un radicale atteggiamento di disponibilità all’accoglienza»: parte da questo postulato il documento Migranti, segno di Dio che parla alla Chiesa, diffuso il 17 maggio dalla Conferenza episcopale ligure, le cui 7 diocesi (in particolare Ventimiglia) si trovano in prima linea nell’accoglienza di migranti e richiedenti asilo che dall’Italia vorrebbero passare in Francia. Di fronte al fenomeno dei richiedenti protezione internazionale – «che non è di ordine emergenziale (pur mantenendo anche questa dimensione) ma di ordine strutturale e, dunque, destinato a durare nel tempo» – c’è per la Chiesa la chiamata a «trasformare il perenne migrare dei popoli avvenuto nei secoli in un’opportunità di crescita per tutti. Questa è la scelta di civiltà da compiere». Perciò è necessario superare l’attuale legislazione, che trasforma la metà dei migranti arrivati in «clandestini»: «Occorre ripensare a fondo la legislazione europea e italiana sull’accoglienza dei richiedenti asilo perché abbia come reale obiettivo quello dell’integrazione».

Mentre il problema ha senza dubbio una dimensione che supera il territorio italiano, e «il futuro dell’Europa passa anche attraverso la capacità di diventare una realtà sociale che vive l’accoglienza, favorisce l’integrazione e regola secondo giustizia i rapporti politici, economici e sociali tra paesi europei e paesi del Sud del mondo», al nostro paese compete di mettere in campo una seria politica economica e sociale, che «permetterà di risolvere i problemi sia dei profughi sia dei nostri giovani».

Vescovi toscani: accogliere lo straniero

I vescovi della diocesi della Toscana

l 21 dicembre 2017, nell’imminenza del Natale, i vescovi della Toscana hanno pubblicato una Lettera in occasione del santo Natale sull’accoglienza di richiedenti asilo e profughi, nella quale si sottolinea l’impegno profuso dalle Chiese toscane nell’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, ma si chiede anche alle istituzioni di «superare una logica emergenziale, che rischia di consegnare migliaia di uomini e donne, lungamente accolti, all’irregolarità, in uno spreco di risorse e di energie collettive» (www.toscanaoggi.it).

La comunione dei popoli

Lettera dei vescovi del Belgio per i 50 anni dell'enciclica Populorum progressio di Paolo VI

Vescovi del Belgio

«Basandoci sulla nozione di “progresso dei popoli” (Populorum progressio) sviluppata da papa Paolo VI, vorremmo utilizzare la chiave che papa Francesco ci ha raccomandato, la misericordia, per giungere a una populorum communio, una comunione dei popoli, nel farci carico della casa comune che è il pianeta Terra». La lettera dei vescovi del Belgio, intitolata Populorum communio, la comunione dei popoli e pubblicata il 17 febbraio, coglie l’occasione del 50° anniversario dell’enciclica di Paolo VI Populorum progressio (26.3.1967) per aggiornare il concetto ivi introdotto di solidarietà e giustizia sociale per lo sviluppo integrale di tutta l’umanità. Alla luce delle linee offerte da papa Francesco soprattutto nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium e nell’enciclica Laudato si’, i vescovi belgi offrono alcune linee per concretizzare l’impatto sociale della misericordia davanti alle sfide di oggi: lo sviluppo tecnologico e scientifico; l’economia; i conflitti e le migrazioni; l’ecologia.

Francesco: a 50 anni dalla Populorum progressio

Francesco

Il 4 aprile papa Francesco ha incontrato i partecipanti al Convegno che si è svolto in Vaticano dal 3 al 4 aprile, promosso dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale nel 50° anniversario della Populorum progressio. Nell’occasione ha ripreso il concetto di «sviluppo integrale», introdotto all’epoca da Paolo VI con l’enciclica, e ne ha ribadito l’attualità declinando i significati dell’integrare, verbo «a me tanto caro» (www.vatican.va).

Corresponsabilità dei laici nella Chiesa

Commissione episcopale per la dottrina della Conferenza canadese dei vescovi cattolici

Conferenza canadese dei vescovi cattolici

«Qual è, allora, la responsabilità del cristiano? È rispondere all’amore di Dio, dato per la salvezza del mondo. Attraverso il battesimo, ogni cristiano riceve una speciale dignità e un’alta missione: portare la buona novella di Gesù Cristo al mondo». È stata pubblicata il 23 settembre 2016 la lettera La corresponsabilità dei laici nella Chiesa e nel mondo, frutto del lavoro della Commissione episcopale per la dottrina della Conferenza canadese dei vescovi cattolici e dedicata al ruolo e alla responsabilità dei laici cristiani, nella Chiesa e nelle varie dimensioni della vita sociale e politica in cui sono inseriti. Il documento, suddiviso in 19 paragrafi, pone alla base della responsabilità laicale il sacramento del battesimo, affermando, sulla scorta di Benedetto XVI, che i battezzati non devono sentirsi «come “collaboratori” del clero, ma come persone realmente “corresponsabili” dell’essere e dell’agire della Chiesa». Per questo, affermano i vescovi canadesi, occorre guardarsi dal rischio del clericalismo, come ha più volte denunciato papa Francesco, preservando la dignità propria di ogni vocazione. «La corresponsabilità che clero, religiosi e laici condividono in virtù del loro battesimo resta una mera teoria se ogni persona non coltiva un rapporto con Cristo e quindi non vive di fede», concludono. «Tutti i membri del corpo di Cristo si assumano insieme la responsabilità di portare Cristo, l’unico salvatore, al mondo, in uno spirito di famiglia, amicizia e comunione».

La donna nella società dominicana

Lettera pastorale dell'episcopato dominicano

Conferenza dell’episcopato della Repubblica Dominicana

«In questa società, segnata dalla brama di denaro, si strumentalizza tutto. Si vuole strumentalizzare anche la donna dominicana e utilizzarla come un bene di consumo. Molte volte, tanto lei quanto il frutto sacro del suo grembo sono visti come un oggetto di scarto». Consapevoli del ruolo sociale che le donne rivestono nella società dominicana, i vescovi sono altrettanto convinti che la vita di molte di loro sia spesso una «via crucis», segnata da «una spirale di violenza» individuale, sociale e culturale, anche a motivo di quelle ideologie che mirano a «distruggere la famiglia». Prende le mosse da questa osservazione della realtà contemporanea dominicana riguardo alla donna la lettera pastorale che la Conferenza dell’episcopato della Repubblica Dominicana ha pubblicato il 18 gennaio 2017, collocando la questione della dignità della donna nel più vasto itinerario di evangelizzazione per l’anno in corso.

Il documento sottolinea poi la presenza nella Scrittura del fondamento di tale dignità e la testimonianza che essa contiene della speciale sensibilità femminile per le cose di Dio, cui fanno riscontro le parole che Gesù rivolge alla donna. Da ultimo i vescovi, rinviando ripetutamente al magistero di papa Francesco, descrivono il ruolo preponderante che la donna, in veste di religiosa, di operatrice pastorale ai più vari livelli e anche in veste di teologa, svolge nella Chiesa dominicana: «Dove ci sono le donne, la Chiesa ha i piedi e cammina».

La povertà idrica è donna

Agnes Abuom, moderatrice del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese

Agnes Abuom

Nell’ambito di una serie di riflessioni pubblicate dalla Rete ecumenica per l’acqua (EWN) del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) nel corso della quaresima, è intervenuta anche l’anglicana Agnes Abuom, prima donna e prima africana ad avere la carica di moderatrice del Consiglio ecumenico delle Chiese, con una riflessione su Femminilizzazione della povertà idrica in Africa: riflessioni di una donna africana. «La femminilizzazione della povertà idrica... può essere definita come un fenomeno per cui le donne sperimentano la povertà idrica in percentuali sproporzionatamente più elevate in confronto agli uomini».

Oltre a sottolineare il circolo vizioso tra scarsità d’acqua, povertà e sottosviluppo che colpisce in particolare le donne, Agnes Abuom richiama drammaticamente l’attenzione sulla grave siccità che sta colpendo l’Africa subsahariana e che mette a repentaglio migliaia di vite, e ricorda ai governanti africani le loro responsabilità: «Le Nazioni Unite tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile riconoscono l’importanza di ridurre il numero di persone senza accesso sostenibile all’acqua potabile e ai servizi igienici. I paesi e i governi africani devono fare di più per ridurre la povertà idrica».

Preti celibi e sposati nella Chiesa cattolica

Don Basilio Petrà al convegno del movimento Vocatio

Basilio Petrà

«Sono maturi i tempi teologici e in generale ecclesiali perché si passi al riconoscimento formale che il Signore chiama tanto uomini celibi quanto uomini sposati all’esercizio del ministero presbiterale in tutta la Chiesa cattolica». Si è tenuto a Roma dal 24 al 26 marzo il convegno di Vocatio, associazione che dal 1981 dà sostegno ai preti che hanno dovuto abbandonare il ministero essendosi sposati, e che chiede l’abolizione dall’obbligo del celibato per il ministero presbiterale. Don Basilio Petrà, teologo esperto di Chiese ortodosse e presidente dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM), nella sua relazione dal titolo «Verso un presbiterato celibatario e uxorato in tutta la Chiesa cattolica» parte dal presupposto che la Chiesa cattolica è una realtà comunionale, frutto dell’unità di 22 Chiese sui iuris – tra cui quella latina –, che contemplano al loro interno clero sia celibe sia uxorato. Anche la Chiesa latina riconosce al suo interno forme particolari di sacerdozio uxorato, da cui consegue che tale stato di vita rappresenta una vocazione teologicamente fondata (anche se, ufficialmente, tollerata). «La Chiesa cattolica sa che Dio chiama tanto uomini celibi quanto uomini sposati al servizio ministeriale. Ogni chiamata ha la sua dignità e il suo modo di esprimere la dedizione piena al servizio della Chiesa».

BreviDoc

BreviDoc  Agenda documenti   4 maggio 2017. Stati Uniti, provvedimento legislativo sulla libertà religiosa. In un atteso provvedimento esecutivo sulla libertà religiosa emanato il 4 maggio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump esorta le agenzie federali ad «applicare rigorosamente la solida protezione delle libertà religiose prevista dalla legge federale»....