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Documenti, 3/2018, 01/02/2018, pag. 104

Le reliquie: autenticità e conservazione

Congregazione delle cause dei santi

Intervenendo su un tema – quello delle reliquie e della loro venerazione – che è oggetto di dibattito in ambito ecumenico, di critica da parte dei non credenti e di scetticismo anche per molti credenti, la Congregazione delle cause dei santi è intervenuta per regolamentarne la gestione con l’istruzione Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione, pubblicata il 16 dicembre 2017. Il documento ribadisce l’importanza che le reliquie hanno nella Chiesa cattolica, «perché il corpo dei beati e dei santi, destinato alla risurrezione, è stato sulla terra il tempio vivo dello Spirito Santo e lo strumento della loro santità, riconosciuta dalla Sede apostolica tramite la beatificazione e la canonizzazione», e affida ai vescovi la responsabilità di «una speciale cura e vigilanza per assicurarne la conservazione e la venerazione e per evitarne gli abusi», in stretto contatto con la Congregazione delle cause dei santi, che deve dare il consenso alle procedure messe in atto dalle diocesi per verificare l’autenticità, garantire la conservazione e promuovere la venerazione. L’istruzione, che va a completare la Sanctorum Mater del 2007 sul regolamento delle canonizzazioni e beatificazioni, vieta lo smembramento del corpo del santo o beato e ribadisce «assolutamente» il divieto – già vigente ma non sempre rispettato – di commercio delle reliquie.

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Documenti, 2016-7

I beni delle cause dei santi

Norme sull’amministrazione dei beni delle cause di beatificazione e canonizzazione

Congregazione delle cause dei santi
Nell’ambito della riforma degli apparati della curia romana per una maggiore trasparenza economico-amministrativa e un’accresciuta sinodalità e sussidiarietà si collocano anche le Norme sull’amministrazione dei beni delle cause di beatificazione e canonizzazione, che abrogano quelle emanate da Giovanni Paolo II nel 1983 e sono state approvate da papa Francesco il 4 marzo, con una validità ad experimentum per tre anni. Sottolineandone «la natura peculiare di bene pubblico», la normativa ora stabilisce che la Santa Sede sostenga i costi delle canonizzazioni e delle beatificazioni nella loro fase romana – con un contributo da parte dell’ente che promuove la causa – e «vigila perché gli onorari e le spese siano contenuti e tali da non ostacolarne il proseguimento». Si prevede poi un «fondo di solidarietà» costituito presso la Congregazione delle cause dei santi.
Documenti, 2006-9

Fama di santità e vero martirio

Benedetto XVI - Lettera alla Congregazione delle cause dei santi
«Non si potrà iniziare una causa di beatificazione e canonizzazione se manca una comprovata fama di santità»; «la prassi ininterrotta della Chiesa stabilisce la necessità di un miracolo fisico, non bastando un miracolo morale», e per parlare di «vero martirio» è necessario che «affiori, direttamente o indirettamente, pur sempre in modo moralmente certo, l’odium fidei del persecutore». Con grande chiarezza, rivolgendosi con una lettera alla sessione plenaria della Congregazione delle cause dei santi, Benedetto XVI amplia la sua precedente decisione di rendere più visibile, nelle celebrazioni, la distinzione tra beatificazioni e canonizzazioni (le conseguenti disposizioni della Congregazione in Regno-doc. 5,2006,164) e puntualizza alcuni criteri in merito alle cause che verranno istruite da oggi in poi. La prima raccomandazione, a proposito della «fama di santità», rientra nell’intento di «salvaguardare la serietà delle investigazioni che si svolgono nelle inchieste diocesane sulle virtù dei servi di Dio», che saranno prossimamente oggetto di un’istruzione della Congregazione stessa.