Agenda Documenti
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.
S’intitola Il futuro della competitività europea il rapporto affidato dalla Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen all’economista Mario Draghi, già presidente della Banca centrale europea dal 2011 al 2019 e presidente del Consiglio dei ministri italiano dal 2021 al 2022.
Pubblicato il 9 settembre, sintetizza in circa 65 pagine le sfide che l’Unione Europea ha davanti: accelerare l’innovazione e trovare nuovi «motori» di crescita; abbassare i prezzi dell’energia, continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare; adattarsi a un mondo geopoliticamente meno stabile, nel quale le dipendenze esterne stanno diventando vulnerabilità.
Lo studio – di cui pubblichiamo la prefazione – analizza le strategie necessarie per colmare il divario d’innovazione che l’Europa accusa rispetto ai suoi maggiori competitori. Gli argomenti chiave toccati dal documento sono innovazione, energia, sicurezza geopolitica e approvvigionamenti di materie prime, decarbonizzazione, riduzione delle dipendenze e delle vulnerabilità esterne, rafforzamento delle capacità industriali su spazio e difesa, potenziamento dei mezzi di finanziamento e dei processi di governo dell’Unione Europea.
La situazione europea «davvero preoccupante» descritta da Draghi si manifesta in un quadro globale mutato. Per preservare il modello sociale sono necessari interventi massicci, basati sull’urgenza e sulla concretezza.
Il viaggio apostolico che ha portato papa Francesco in Estremo Oriente dal 2 al 13 settembre è stato un viaggio di superlativi e contrasti: la visita sinora più lunga del pontificato, il paese musulmano più grande del mondo (l’Indonesia), quello con la maggiore diversità linguistica (Papua Nuova Guinea), uno tra i più cattolici in un continente in cui i cristiani sono una piccola minoranza (Timor Est), e infine la multietnica e multireligiosa Singapore.
Il focus del viaggio è stato il rapporto con l’islam, soprattutto in Indonesia, dove nell’ex capitale Giacarta si è svolto il momento forse più simbolico dell’intero viaggio, con la celebrazione interreligiosa nella moschea più grande del Sud-est asiatico insieme ai rappresentanti di tutte le fedi riconosciute dallo Stato.
Durante tutti gli incontri papa Francesco ha sottolineato il valore dell’unità nella diversità (che è anche il motto nazionale dell’Indonesia) e dell’armonia delle differenze: «L’armonia nel rispetto delle diversità si raggiunge quando ogni visione particolare tiene conto delle necessità comuni e quando ogni gruppo etnico e confessione religiosa agiscono in spirito di fraternità, perseguendo il nobile fine di servire il bene di tutti. La consapevolezza di partecipare a una storia condivisa, nella quale ciascuno porta il proprio contributo e dove è fondamentale la solidarietà di ogni parte verso il tutto, aiuta a individuare le giuste soluzioni, a evitare l’esasperazione dei contrasti e a trasformare la contrapposizione in fattiva collaborazione» (Giacarta, 4 settembre).
Attualità
Documenti
Moralia
il Regno delle Donne
Newsletter
{{resultMessage}}
{{warningMessage}}
{{resultMessage}}