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Documenti, 3/2019, 01/02/2019, pag. 65

Le due piaghe della Chiesa

Discorso alla curia romana per la presentazione degli auguri natalizi

Francesco

Nell’udienza che il 21 dicembre scorso il papa ha concesso ai cardinali e ai superiori della curia romana per lo scambio degli auguri natalizi, momento che ogni anno offre l’opportunità per fare un bilancio delle questioni interne della Chiesa di Roma, Francesco ha affermato che – se «la Sposa di Cristo prosegue il suo pellegrinaggio tra gioie e afflizioni, tra successi e difficoltà, esterne e interne» – tuttavia «certamente le difficoltà interne rimangono sempre quelle più dolorose e più distruttive». E le due piaghe dove si manifestano «la contro-testimonianza e gli scandali di alcuni figli e ministri della Chiesa» sono quelle degli abusi, richiamata con la figura biblica di Davide, e dell’infedeltà, significativamente rappresentata dalla figura di Giuda.

Per affrontare la questione degli «abusi di potere, di coscienza e sessuali» – che di nuovo nel 2018 hanno gravemente danneggiato l’immagine e la credibilità della Chiesa con le crisi del Cile e degli Stati Uniti – il percorso non parte da zero e vedrà in febbraio un’occasione per mettere a punto una strategia condivisa. Mentre per l’«infedeltà» di chi semina «zizzania, divisione e sconcerto» nella Chiesa, con un chiaro riferimento alla vicenda dell’ex nunzio negli USA Carlo Maria Viganò che in agosto ha cercato di destituire Francesco, l’unica via individuata è quella della conversione spirituale. Dopo sei anni di ministero, Francesco è messo a dura prova dagli stessi problemi che hanno portato alle dimissioni Benedetto.

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Ebrei e cristiani dopo il 7 ottobre

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«Chiediamo alla Chiesa di agire come faro di chiarezza morale e concettuale in mezzo a un oceano di disinformazione, distorsione e inganno; di distinguere tra la legittima critica alla politica di Israele nel passato e nel presente e l’odiosa negazione di Israele e degli ebrei… Soprattutto, chiamiamo i nostri fratelli cattolici a tendere la mano in segno di solidarietà alla comunità ebraica in tutto il mondo». Il 12 novembre un gruppo di studiosi e leader religiosi ebrei ha scritto una Lettera aperta a sua santità, papa Francesco, e ai fedeli della Chiesa cattolica, che è stata pubblicata il 1° dicembre sul sito Jewish-Christian Relations e ha raccolto diverse centinaia di firme. Gli autori della lettera chiedevano una posizione più chiara da parte della Chiesa dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. In risposta, la Lettera di Francesco ai fratelli e alle sorelle ebrei in Israele, firmata il 2 febbraio e pubblicata il 3, ha ribadito la condanna per ogni tipo di antigiudaismo e antisemitismo e ha riaffermato: «il mio cuore è vicino a voi, alla Terra santa, a tutti i popoli che la abitano, israeliani e palestinesi, e prego perché prevalga su tutti il desiderio della pace».

La risposta di papa Francesco è stata apprezzata dagli estensori della lettera (cf. L’Osservatore romano 3.2.2024, 1), prima che una nuova crisi tra la Santa Sede e il Governo israeliano si producesse l’8 febbraio (cf. Regno-att. 4,2024,76).

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Solo l’amore ci unirà

Omelia a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Francesco

«Solo questo amore che diventa servizio gratuito, solo questo amore che Gesù ha proclamato e vissuto avvicinerà i cristiani separati gli uni agli altri. Sì, solo questo amore, che non torna sul passato per prendere le distanze o puntare il dito, solo questo amore che in nome di Dio antepone il fratello alla ferrea difesa del proprio sistema religioso, solo questo amore ci unirà. Prima il fratello, dopo il sistema». Il 25 gennaio, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, papa Francesco ha presieduto la celebrazione dei secondi vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 57a Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sul tema: «Ama il Signore Dio tuo... e ama il prossimo tuo come te stesso» (cf. Lc 10,27).

Erano presenti anche alcuni vescovi delle tradizioni anglicana e cattolica, presenti a Roma per «Growing together» (Crescere insieme), un vertice d’incontro e pellegrinaggio ecumenico organizzato dalla Commissione internazionale anglicana - cattolica romana per l’unità e la missione (IARCCUM) a Roma e a Canterbury tra il 22 e il 29 gennaio. Come nel 2016, i vescovi erano presenti a coppie, anglicani e cattolici, in rappresentanza di 27 paesi, e nel corso dei secondi vespri sono stati inviati per essere testimoni di unità congiuntamente da papa Francesco e dall’arcivescovo Justin Welby (cf. riquadro a p. 67).