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Documenti, 1/2020, 01/01/2020, pag. 57

Conversione ecologica: è urgente

Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine

«Le Filippine, essendo un arcipelago, sono esposte ai disastri indotti dal clima… Occupiamo il secondo posto fra i paesi maggiormente esposti ai rischi di disastri naturali a livello mondiale». L’episcopato cattolico delle Filippine è stato uno dei primi ad abbracciare l’impegno sulla questione ecologica come questione di giustizia e di responsabilità cristiana, già dagli anni Ottanta, con le lettere pastorali che denunciavano gli effetti dannosi delle attività minerarie e dell’insicurezza idrica, e le loro conseguenze catastrofiche soprattutto dato l’alto tasso di povertà nelle Filippine.

La lettera pastorale Un appello urgente per la conversione ecologica, speranza davanti all’emergenza climatica, pubblicata il 16 luglio, innesta questa «dimensione essenziale del nostro ministero pastorale» nel solco del magistero di papa Francesco, che con l’enciclica Laudato si’ del 2015 ha chiesto un riesame dei modelli dello sviluppo globale, a servizio del bene comune. L’episcopato filippino, nella parte finale del documento, articola una serie di azioni ecologiche concrete, d’impatto sia politico sia pastorale.

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Per lo stato di diritto e contro la pena di morte

Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine

A pochi mesi dall’elezione di Rodrigo Duterte alla presidenza delle Filippine, la Conferenza dei vescovi cattolici del paese si è espressa ufficialmente per criticare i metodi impiegati dal presidente nella guerra contro la droga, con oltre 8.000 vittime stimate di uccisioni extra-giudiziali tra spacciatori e tossicodipendenti, in una lettera pastorale pubblicata il 30 gennaio al termine dell’Assemblea plenaria (Manila, 28-30.1.2017), e letta in tutte le chiese il 5 febbraio. Nella stessa occasione i vescovi cattolici filippini hanno preso la parola per raccomandare ai fedeli, in un paese dove i cattolici sono l’80% della popolazione, di «partecipare ai processi politici del nostro paese, e oggi, in particolare, al processo di modifica della Costituzione del 1987», poiché «l’autore di questo documento è il popolo filippino».

Infine è del 19 marzo una Dichiarazione pastorale sulla pena di morte, che di fronte al progetto di legge per reintrodurre nel paese la pena di morte, sostenuto anche da molti deputati cattolici, prende risolutamente una posizione contraria e invita i filippini a non usare la Bibbia come giustificazione per sostenere la pena capitale.