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Documenti, 3/2020, 01/02/2020, pag. 74

Prima gli orientamenti

CEI – Consiglio permanente, sessione invernale (20-22 gennaio 2020)

Come già preannunciato in settembre (cf. Regno-doc. 17,2019,534), i lavori del Consiglio permanente della CEI riunitosi in gennaio «si sono concentrati sull’esame della bozza degli Orientamenti pastorali per il quinquennio 2020-2025.

A fare da sfondo al testo è l’esortazione apostolica Evangelii gaudium», che i vescovi intendono rileggere intercettando «attese e sfide che oggi interpellano il paese», come afferma il Comunicato finale che qui pubblichiamo. Nel dibattito «è emersa la necessità di una maggiore lettura del contesto odierno (…) in grado di recuperare tematiche sociali ed ecclesiali».

Agli Orientamenti verrà dedicata l’Assemblea generale di maggio. Oltre agli appuntamenti già da tempo in agenda – l’Incontro del Mediterraneo (Bari, 19-23.2), le Settimane sociali (Taranto, 4-7.2.2021), il Congresso eucaristico (Matera, 16-19.9.2021), il Giubileo del 2025 –, il Consiglio permanente ha inoltre parlato del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa a un anno dalla sua istituzione e dei Lineamenta delle Settimane sociali.

Esso inoltre «ha dato ampio spazio al confronto sull’insegnamento della religione cattolica e, in particolare, al prossimo bando di concorso (non ancora indetto) per la copertura dei posti a ruolo degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole primarie e secondarie».

Stampa da file in nostro possesso.

L’analisi del contesto attuale alla luce della parola di Dio e il confronto sugli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio: sono stati questi i due temi principali al centro della sessione invernale del Consiglio episcopale permanente, riunito a Roma da lunedì 20 a mercoledì 22 gennaio 2020, sotto la guida del cardinale presidente, Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia - Città della Pieve.

     Nel confronto i vescovi si sono soffermati, innanzitutto, sulla lettura delle grandi trasformazioni in atto, nelle quali vanno registrati segni significativi di nuove fioriture spirituali: un’esperienza ecclesiale che sul territorio si fa comunità di prossimità, capace d’intercettare ancora le domande di senso che abitano il cuore di ciascuno. Al centro di tutto la sacra Scrittura, con la celebrazione domenica prossima (26 gennaio 2020), per volontà del santo padre, della prima «Domenica della parola di Dio»: tutte le diocesi italiane aderiscono con entusiasmo alla proposta che intende «ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Scrittura». Da qui anche il ringraziamento ai sacerdoti, ai catechisti e alle famiglie, luogo privilegiato di trasmissione della fede.

     Al Consiglio permanente sono stati approfonditi contenuti e organizzazione dell’evento «Mediterraneo, frontiera di pace. Incontro di riflessione e spiritualità» (Bari, 19-23 febbraio 2020).

     È stato inoltre presentato un aggiornamento e l’importante e delicato lavoro circa le attività del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, a un anno dalla costituzione del Servizio entro la CEI e a sette mesi dall’approvazione delle Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

     Ai vescovi sono stati poi indicati alcuni appuntamenti di preparazione alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani (Taranto, 4-7 febbraio 2021).

     Nel corso dei lavori sono stati illustrati modalità e tempi per la realizzazione delle relazioni quinquennali delle Commissioni episcopali in scadenza, è stato avviato l’esame dei criteri di aggiornamento delle convenzioni per sacerdoti «fidei donum» e sacerdoti provenienti da altre nazioni in Italia e ci si è soffermati sul prossimo bando di concorso (non ancora indetto) per la copertura dei posti a ruolo degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole primarie e secondarie.

     I vescovi, infine, hanno provveduto ad alcune nomine.

Vivere il tempo della speranza

     Questo è il tempo della speranza. Su un terreno fertile il nuovo deve ancora compiersi, a volte a fatica, ma, pur nelle sue criticità, questo è senz’altro il tempo della speranza. A partire da questa certezza i membri del Consiglio permanente hanno ripreso e approfondito l’introduzione proposta dal cardinale presidente in apertura dei lavori. È stato condiviso, innanzitutto, il richiamo a riscoprire «la centralità della Parola» e «l’appartenenza alla Parola»: è il fulcro del Documento di base (Il rinnovamento della catechesi) pubblicato cinquant’anni fa – il 2 febbraio 1970 – sotto la spinta del concilio Vaticano II. Proprio come allora, anche oggi bisogna osare e scommettere sul rinnovamento, non restando imprigionati in quella che papa Francesco denuncia come la logica velenosa del «si è sempre fatto così». Rinnovarsi è anche far sentire partecipe la nostra gente di tale processo. La sinodalità, che può assumere varie declinazioni e modalità attuative – è stato ribadito –, è la strada da percorrere. L’invito, allora, è a rileggere il Documento di base alla luce della sinodalità e della missionarietà cui chiama il santo padre.

     L’analisi dei vescovi ha dato voce, poi, alle domande che salgono dai territori: sono domande di opportunità per i giovani, che soprattutto al Meridione, continuano a emigrare; sono domande di lavoro, di accesso ai servizi, di qualità ambientale, di politica attenta al bene comune. Ancora, sono domande di conoscenza di questo momento storico, fortemente caratterizzato dalla rivoluzione digitale, che influenza anche il modo di pensare. Al riguardo, i vescovi hanno chiesto di ritornare e, allo stesso tempo, ripensare il kerygma (primo annuncio) con scelte pastorali e itinerari formativi nuovi che potrebbero avere un ritorno positivo sugli stili di vita. «È compito della catechesi – si legge nel Documento di base – aiutare i fedeli a interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, in modo adatto a ciascuna generazione, così che essi possano rispondere ai perenni interrogativi dell’uomo» (n. 129).

     Ritornano le parole del santo padre alla curia romana in occasione del Natale: «Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza» (Regno-doc. 1,2020,7).

     A tal proposito, il Consiglio permanente ha sottolineato il valore antropologico del mutamento in atto, con la richiesta conseguente di un impegno maggiore a sentirsi portatori della speranza evangelica di fronte alle grandi sfide. Altresì, ha registrato la fatica diffusa nel comprendere, come dice il papa, che «non siamo più in un regime di cristianità». Da qui una serie di interrogativi: che cosa è venuto meno?  Quali sono i criteri antropologici su cui innestare un nuovo modo di pensare? Che cosa si può e si deve fare in forza del Vangelo? Come trasmettere la fede oggi?

     I vescovi sono convinti che, nonostante tutto, nella coscienza individuale di non poche persone sia in atto una nuova fioritura spirituale; anzi la realtà di tante esperienze parrocchiali, associazioni, movimenti e un gioioso e fattivo annuncio di laici e di tantissimi sacerdoti, donano un orizzonte e uno sguardo pieno di speranza. E se le domande fondamentali restano, diventa ancora più importante coglierle e rispondere con comunità fedeli al Vangelo e alla propria vocazione.

     È essenziale non puntare tanto sul piano organizzativo quanto sulla testimonianza, proponendo anche la riscoperta di figure profetiche della storia ecclesiale e sociale del paese. Davanti a questi fenomeni epocali, in cui sembra messo in discussione il concetto stesso di umanità, i vescovi rafforzano il loro impegno di prossimità verso i propri sacerdoti, una vicinanza autentica e non formale, un legame che è lievito di fraternità, perché non si sentano schiacciati dalle polarizzazioni che impediscono di guardare al futuro con fiducia. È vitale e decisivo il discernimento compiuto con loro, accanto a loro e tra di loro. Questa prospettiva potrebbe essere una grande opportunità per accompagnare il cambiamento di epoca non in maniera depressiva e traumatica. Anche questa è la ministerialità della Chiesa da vivere in comunione e unità.

Condividere la gioia del Vangelo

     I lavori del Consiglio permanente si sono concentrati sull’esame della bozza degli Orientamenti pastorali per il quinquennio 2020-2025. A fare da sfondo al testo è l’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco: accogliere e condividere la gioia del Vangelo è il dono e la missione da vivere nella comunione della Chiesa. Per comprendere meglio e realizzare tale vocazione, i vescovi intendono «intercettare» attese e sfide che oggi interpellano il paese riguardo alla «buona notizia» della gioia offerta agli uomini in Cristo; vogliono poi accostare l’annuncio con la parola e con la vita, testimoniando la gioia della fraternità; infine, intendono essere collaboratori della gioia di tutti. L’incontro con il Vangelo, infatti, arricchisce reciprocamente e vede i credenti portare il loro contributo nell’ambito della cultura e della cittadinanza, sostenuti da quell’impegno educativo – al centro di questo decennio – tutt’altro che finito.

     Alla base c’è un’esperienza di Chiesa che sul territorio si fa comunità di prossimità, luogo di crescita spirituale, capace di intercettare le domande di senso che abitano il cuore di ciascuno. Nel confronto è emersa la necessità di una maggiore lettura del contesto odierno – che resta segnato da individualismo e secolarismo diffusi – in grado di recuperare tematiche sociali ed ecclesiali mai marginali. Pensiamo a fine vita, tutela della salute, carità, unità pastorali, questione ecologica, migranti. Un supporto culturale, in tal senso, potrebbe giungere dall’Istituto Toniolo e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore che nel biennio 2020-2021 compiono cento anni.

     I vescovi hanno sottolineato anche il cammino compiuto dalla Chiesa in Italia dal dopo-Concilio a oggi, con l’invito a «riprenderne il filo» e a «rivalorizzarne le tappe». Gli Orientamenti – è stato detto – ruotino attorno ad alcune scelte prioritarie, con sinteticità e incisività. Soprattutto, è decisivo l’uso di un linguaggio narrativo, che tenga conto dei destinatari del documento. È necessario poi trovare strumenti e metodi per «graffiare» la realtà, coinvolgere maggiormente laici e religiosi e offrire prospettive comuni che sostengano il cammino delle diocesi, con l’offerta di proposte e percorsi pastorali.

     Gli Orientamenti, chiamati a intercettare i principali appuntamenti che la Chiesa italiana vivrà nei prossimi mesi – Incontro del Mediterraneo (Bari, 19-23 febbraio 2020), Settimane sociali (Taranto, 4-7 febbraio 2021) e Congresso eucaristico (Matera, 16-19 settembre 2021) –, potranno dar vita nel percorso ad appuntamenti regionali, anche in preparazione al Giubileo del 2025. Rimane la prospettiva di un con-venire a livello nazionale per una verifica e un «innesto» di tematiche nuove.

     La discussione continuerà nelle Conferenze episcopali regionali e nella sessione primaverile del Consiglio permanente, per arrivare a dedicarvi l’Assemblea generale che si terrà a Roma dal 18 al 21 maggio 2020. I vescovi ne hanno formulato il tema: «Condividere la gioia del Vangelo». Nel fare questa scelta, che concerne la discussione degli Orientamenti così da consentirne la pubblicazione nei mesi successivi, s’intende ripartire con gioia dall’annuncio della gioia del Vangelo e dalla volontà d’interrogarsi sulle azioni per portarlo avanti con uno stile di fraternità e sinodalità, inteso quale metodo di riforma della Chiesa e di modalità di presenza al mondo.

Mediterraneo, frontiera di pace

     Nel corso dei lavori del Consiglio permanente sono stati approfonditi contenuti e organizzazione dell’Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo (Bari, 19-23 febbraio 2020). L’evento – dal carattere fortemente simbolico – riunisce 60 rappresentanti delle Chiese di 20 paesi che si affacciano sul Mare Nostrum; la presenza del santo padre, domenica 23 febbraio, rafforzerà la fraternità tra i vescovi, nella condivisione di gioie e fatiche che vivono i popoli del «grande lago di Tiberiade», secondo la definizione di Giorgio La Pira.

     Nel dibattito che ne ha arricchito la presentazione, è stata condivisa l’opportunità di questa iniziativa che, secondo le parole del cardinale presidente nell’introduzione, «cade in un momento di crisi»: «La guerra, in più punti del Mediterraneo, è l’esito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze». Per questo, è stato detto, l’incontro impegna a recuperare le radici culturali che hanno innervato la storia del Mediterraneo e dell’Europa. Ne nasce la responsabilità di uno sguardo profetico, che aiuti a leggere questa opportunità di confronto e condivisione come «un piccolo segno dei tempi», per osare la pace e fondarla sul diritto, la giustizia sociale, la riconciliazione, la salvaguardia del creato.

     Le giornate di Bari – che vedono coinvolta la diocesi nel cammino di preparazione e organizzazione – saranno impostate su un approfondito e fraterno scambio su due grandi tematiche specifiche, per verificare fino a che punto ci sono visioni e valutazioni condivise per un necessario discernimento evangelico, per creare maggiori legami tra le Chiese, dando impulso all’evangelizzazione e contribuendo alla pace e alla giustizia nei diversi paesi. L’intento è arrivare a mettere a fuoco proposte concrete e fattive. In vista di questo appuntamento è stato chiesto alle madri superiore dei monasteri d’Italia e alle loro Comunità di accompagnare spiritualmente la preparazione e la realizzazione dell’incontro. Medesimo coinvolgimento è affidato alle parrocchie, a tutte le comunità di vita consacrata, alle associazioni e ai movimenti.

Tutela dei minori e operatività
del Servizio nazionale

     A un anno dalla nascita del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, il Consiglio permanente si è soffermato sull’attività svolta in questi dodici mesi. In particolare si è evidenziato che, dopo l’approvazione in Assemblea generale (maggio 2019) e la pubblicazione delle nuove Linee guida della CEI (giugno 2019), sono stati compiuti passi rilevanti. Tra questi, si è sottolineata la costituzione per ogni Regione ecclesiastica di un «Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili», con la nomina di un vescovo incaricato per la tutela dei minori e di un coordinatore regionale. Si sta inoltre avviando al completamento la rete dei referenti diocesani o interdiocesani, sul territorio con la conseguente costituzione di un Servizio diocesano (o interdiocesano).

     Entro maggio verrà comunicata l’avvenuta attivazione di questo strumento alla Nunziatura, secondo le indicazioni del motu proprio Vos estis lux mundi. Nel mese di marzo sono inoltre in programma tre raduni nazionali (Roma, Milano e Napoli) per incontrare i referenti diocesani e fornire indicazioni operative unitarie circa la messa in pratica delle Linee guida e l’inizio del lavoro di prevenzione, affinché le prassi di questo organismo entrino in maniera omogenea nella pastorale ordinaria. Tutto questo s’inserisce in un percorso di rinnovamento integrale che vede la partecipazione convinta e attiva di tutti i membri della Chiesa italiana e che si traduce in un cambiamento autentico di sguardo, a partire dall’ascolto e dall’accoglienza delle vittime, ora poste al centro. Intanto il Servizio nazionale sta predisponendo strumenti operativi allegati alle Linee guida da utilizzare per l’informazione e la formazione (in vista della prevenzione) sia degli stessi referenti diocesani, sia di tutti gli altri operatori pastorali.

Verso la Settimana sociale di Taranto

     Il cammino di preparazione verso la Settimana sociale di Taranto (4-7 febbraio 2021) è entrato nel vivo con la recente pubblicazione dei Lineamenta, ossia le linee di preparazione a un appuntamento che, già nel titolo, si presenta come di grande attualità: «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso». Questo evento – è stato evidenziato – non deve restare isolato: a tal fine si è chiesto un coinvolgimento dei territori – regioni e diocesi –, puntando ad ascoltare e valorizzare soprattutto i giovani e a identificare le buone pratiche presenti sul territorio.

     Questo permetterà di giungere a Taranto a partire da esperienze concrete che possono aiutare alla soluzione dei molteplici problemi ambientali presenti nel paese. Tre, è stato ricordato, i momenti nazionali di avvicinamento, con obiettivi differenziati: ad Assisi, dal 19 al 20 giugno 2020, saranno coinvolti giovani che svilupperanno i contenuti dell’incontro promosso dal santo padre «Economy of Francesco» (Assisi, 26-28 marzo 2020) in rapporto alla situazione italiana; a Lamezia Terme, nel settembre 2020, saranno sensibilizzate le Chiese del Sud, ponendo l’attenzione ai drammi aperti nel territorio e alle prospettive per contribuire alla loro soluzione; a Verona, nel novembre 2020, all’interno del Festival della dottrina sociale della Chiesa, saranno chiamate particolarmente le Chiese del Nord ad approfondire il tema del rapporto tra azienda, economia e cura della casa comune.

     Nel confronto sui contenuti i vescovi hanno sottolineato la centralità dell’ecologia integrale (cf. Laudato si’), in grado di comporre i diversi aspetti della crisi antropologica contemporanea, nonché di portare i cattolici a entrare in dialogo con tutti riguardo alla casa comune. L’auspicio è che questa Settimana sociale possa essere un’opportunità per crescere nell’annuncio della gioia del Vangelo a tutti, secondo il magistero di papa Francesco, ascoltando il grido della terra e il grido dei poveri.

Varie

     Commissioni episcopali. Volge al termine il quinquennio delle dodici Commissioni episcopali: ognuna predisporrà una relazione essenziale delle attività svolte e la farà pervenire alla Segreteria generale entro il 6 marzo, per consentirne una presentazione sintetica nella prossima sessione del Consiglio permanente (Roma, 16-18 marzo 2020) e agevolare il «passaggio di consegne». Entro il 20 aprile le Conferenze episcopali regionali indicheranno alla Segreteria generale i nominativi per l’elezione dei Presidenti delle dodici Commissioni da parte della prossima Assemblea generale (Roma, 18-21 maggio 2020). Entro tale data dovranno giungere anche eventuali segnalazioni per l’elezione dei membri del Consiglio per gli affari economici. L’Assemblea generale sarà pure chiamata a eleggere il vice presidente della CEI per l’area Centro e per l’area Nord.

     Sacerdoti e catechisti. Riprendendo le parole del cardinale presidente nell’introduzione, i vescovi hanno condiviso il ringraziamento e la gratitudine ai sacerdoti, primi ministri della Parola tra la gente. E, insieme a loro, un pensiero di incoraggiamento e di sostegno anche ai catechisti, per la testimonianza di fede e passione con cui vivono la loro responsabilità nella Chiesa.

     Comunicazioni. Il Consiglio permanente ha avviato l’esame dei criteri di aggiornamento delle convenzioni per sacerdoti «fidei donum» e sacerdoti provenienti da altre nazioni in Italia e ha dato ampio spazio al confronto sull’insegnamento della religione cattolica e, in particolare, al prossimo bando di concorso (non ancora indetto) per la copertura dei posti a ruolo degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole primarie e secondarie, come emerge dalla previsione dell’art. 1 bis della Legge 159/2019 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 28 dicembre 2019.

     Appuntamenti. Ai vescovi è stato presentato il seminario nazionale «Educare ancora, educare sempre», promosso a Roma, dal 19 al 21 marzo 2020, dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Mentre la Chiesa italiana sta per iniziare un nuovo tratto di cammino, alla luce dei prossimi Orientamenti, prosegue la riflessione sull’attualità della sfida educativa e la condivisione di una riflessione che porti a proseguire l’impegno comune in questo imprescindibile ambito.

Nomine

     Nel corso dei lavori, il Consiglio episcopale permanente ha provveduto alle seguenti nomine:

     – presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei paesi del terzo mondo: s.e.r. mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo;

     – coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici filippini in Italia: don Gregory Ramon Dacer Gaston (rettore del Pontificio collegio filippino);

     – coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici lituani in Italia: don Audrius Arštikaitis (rettore del Pontificio collegio lituano San Casimiro).

* * *

     Inoltre la Presidenza, nella riunione del 20 gennaio 2020, ha proceduto alla seguente nomina:

     – membro del Comitato per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose: prof. Pierpaolo Triani.

 

Errata corrige

In Regno-doc. 21,2019,676 si è omesso di precisare che la Dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche del fine vita è stata messa a punto su mandato di papa Francesco da un gruppo di lavoro coordinato dalla Pontificia accademia per la vita, e che il primo firmatario è stato mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita.

 

Tipo Documento
Tema Pastorale - Liturgia - Catechesi
Area EUROPA
Nazioni