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Documenti, 9/2020, 01/05/2020, pag. 282

La catechesi e la bellezza di Dio

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto

La catechesi «impegna tutte le nostre comunità parrocchiali e raggiunge la quasi totalità dei nostri ragazzi, in un contesto profondamente diverso rispetto anche a pochi anni fa, perché tante sono le sfide nuove (basti pensare all’oceano rappresentato dalla “rete” e alla sua presa sui giovani), mentre non pochi tendono ancora a fare catechesi come se nulla fosse cambiato». Perciò mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha dedicato il messaggio per la Quaresima e la Pasqua 2020, pubblicato il 1° febbraio, a La catechesi e la bellezza di Dio.

Mons. Bruno Forte, che torna spesso sul tema della «bellezza di Dio» e della «via pulchritudinis» (nel 2019 ha trattato la relazione tra la liturgia e la bellezza di Dio, nella Quaresima 2018 tra i giovani e la bellezza di Dio; cf. anche Regno-doc. 5,2019,176; 3,2005,81), evidenzia come «la “via della bellezza”, attraverso tutte le possibili espressioni artistiche ispirate dalla fede, costituisce un prezioso accesso al dono del Padre fatto nel suo Figlio, “il bel pastore” (Gv 10,11), sotto l’azione dello Spirito consolatore: si pensi all’incidenza catechetica dell’arte cristiana, sia figurativa, che letteraria o musicale».

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Documenti, 2020-9

Mons. Forte: ai giovani, durante l’epidemia

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto

l 1° aprile l’arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte ha rivolto un messaggio ai giovani in tempo di coronavirus dal titolo Giovane, dico a te, alzati!, per la Giornata mondiale della gioventù 2020 (chieti.chiesacattolica.it).

Documenti, 2018-21

La temperanza, una virtù per il nostro tempo

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto

Dopo la riflessione sulle virtù teologali (fede, speranza e carità), nella sua lettera pastorale per l’anno 2018-2019 – intitolata La temperanza. Una virtù per il nostro tempo e pubblicata il 1° settembre – l’arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte avvia un approfondimento sulle virtù cardinali, «cardine su cui ruota la vita cristiana, premessa umana all’incontro sempre nuovo col Dio venuto a noi in Gesù Cristo»: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. La temperanza si rivela una virtù sorprendentemente attuale, anche se «poco di moda»: «Gli stili di vita che la globalizzazione diffonde fra noi risultano troppo spesso tutt’altro che temperanti, privi come sono di equilibrio…, incapaci di quel controllo che serve a valutare e a scegliere le opportunità, aiutando a relazionarsi agli altri e alle diverse situazioni in modo appropriato. I modi di comportarsi che i “media” propongono sono spesso smodati tanto nell’agire quanto nel linguaggio, e favoriscono atteggiamenti di prepotenza e di volgarità, che spesso caratterizzano anche i protagonisti della vita pubblica e della scena politica, col risultato di esercitare influenze fortemente negative specialmente sui giovani». Una virtù che ci offre una regola nelle relazioni, consentendoci di diventare «liberi da noi stessi, dalle cose e dagli altri, liberi per amare Dio e il prossimo».

Documenti, 2017-5

Diamo senso alla vita seguendo Gesù

Messaggio per la Quaresima 2017

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto

È indirizzato specialmente ai giovani, che saranno oggetto di particolare attenzione per i vescovi cattolici di tutto il mondo, per la Conferenza episcopale italiana e per la diocesi di Chieti-Vasto nei prossimi mesi, in preparazione del Sinodo del 2018, il messaggio dell’arcivescovo di Chieti Bruno Forte per la Quaresima 2017; è intitolato Diamo senso alla vita seguendo il Signore Gesù ed è stato pubblicato il 14 febbraio. «Si tratta di far maturare coscienze adulte, desiderose di piacere a Dio in ogni scelta, pronte a vivere della speranza più grande. Ai giovani si potrà trasmettere il senso profondo della vita e della storia solo a prezzo di vivere credibilmente il mistero dell’Avvento nel cuore della vicenda umana, senza nostalgie o rinunce di sorta». Di fronte a questa responsabilità, «la domanda che s’impone è allora stringente: siamo una Chiesa così? Siamo i “prigionieri della speranza” (Zac 9,12) che non delude, specialmente fra i giovani, futuro del mondo, chiamati a essere essi stessi testimoni della speranza che vinca il dolore e la morte?».