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Documenti, 3/2021, 01/02/2021, pag. 75

Patris corde

Lettera apostolica per il 150° anniversario della dichiarazione di san Giuseppe patrono della Chiesa universale

Francesco

«Dopo Maria, madre di Dio, nessun santo occupa tanto spazio nel magistero pontificio quanto Giuseppe, suo sposo». Con la lettera apostolica Patris corde, firmata e pubblicata l’8 dicembre 2020, Francesco ha inteso porsi nel solco dei suoi predecessori, in particolare di Pio IX che 150 anni fa dichiarò san Giuseppe patrono della Chiesa universale. Il documento, dal quale traspare la nota devozione personale che Francesco coltiva verso questa figura, «intende promuovere la pietà giuseppina tra i fedeli, orientandola secondo gli indirizzi che ritiene adeguati al tempo presente», come ha commentato D. Menozzi in Regno-att. 22,2020,662. In particolare il papa rilegge san Giuseppe secondo diverse chiavi: di «padre amato», di padre «nella tenerezza», «nell’obbedienza» e «nell’accoglienza», di «padre dal coraggio creativo», di «padre lavoratore» e di «padre nell’ombra»: concetto, quest’ultimo, già sottolineato nella parte introduttiva, dove, riferendosi a «questi mesi di pandemia», Francesco osserva: «Tutti possono trovare in san Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà». Contestualmente alla pubblicazione della lettera Patris corde il papa ha indetto dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021 «uno speciale anno di san Giuseppe», nel corso del quale i fedeli potranno lucrare l’indulgenza plenaria secondo le modalità precisate nel decreto che la Penitenzieria apostolica ha emanato lo stesso 8 dicembre 2020.

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Documenti, 2025-9

Vorrei che tornassimo a sperare

Messaggio pasquale e benedizione «Urbi et orbi»; testamento spirituale

Francesco

Alle ore 9.47 del 21 aprile, Lunedì dell’Angelo, il card. Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa romana Chiesa, ha annunciato la morte di papa Francesco: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro santo padre Francesco. Alle ore 7.35 di questa mattina il vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della sua Chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri ed emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio uno e trino». Il giorno prima, nella solennità di Pasqua, papa Francesco dalla Loggia centrale della basilica di San Pietro aveva rivolto ai fedeli il messaggio pasquale letto da mons. Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Lo stesso giorno della morte, la Sala stampa vaticana ha pubblicato il Testamento del santo padre Francesco.

 

Documenti, 2025-5

Le deportazioni ledono la dignità umana

Lettera ai vescovi degli Stati Uniti d’America

Francesco

«Ho seguito da vicino la grave crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa. Una coscienza rettamente formata non può esimersi dal formulare un giudizio critico e dall’esprimere il proprio disaccordo nei confronti di qualsiasi misura che implicitamente o esplicitamente identifichi lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità. Allo stesso tempo si deve riconoscere il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi mentre erano nel paese o prima del loro arrivo».

Il 10 febbraio papa Francesco ha scritto una lettera alla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, pubblicata poi il giorno successivo. Il tema riguarda le «deportazioni di massa» che la nuova amministrazione Trump ha già attivato, mobilitando l’esercito (cf. anche Regno-att. 4,2025,70 e 106). La lettera invita i vescovi a resistere al provvedimento. Si tratta di fatto di una rottura tra Roma e Washington che non ha precedenti. Il papa esorta «tutti i fedeli della Chiesa cattolica, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».

Il giorno stesso i vescovi degli Stati Uniti hanno risposto al papa per bocca del presidente della Conferenza dei vescovi cattolici, l’ordinario militare mons. Timothy Broglio (cf. riquadro a p. 130).

Documenti, 2025-5

Il papa: una ricorrenza dolorosa e vergognosa

Francesco

conclusione della messa in occasione del Giubileo dei diaconi, il 23 febbraio, mentre già era ricoverato al Policlinico Gemelli per un’infezione polmonare, papa Francesco nel testo preparato per la preghiera dell’Angelus ha ricordato il terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa il 24 febbraio 2022 (www.vatican.va).