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Documenti, 11/2022, 01/06/2022, pag. 363

Israele e la terra promessa

Gavin D’Costa, David Rosen

Affrontare la questione della terra promessa «in un Medio Oriente pieno di tensioni è difficile: musulmani, cristiani cattolici medio-orientali e altre Chiese cristiane, e naturalmente il popolo ebraico, sono tutti coinvolti nella questione... Alla luce della politica, la questione teologica potrebbe meritarsi un altolà. Ma la teologia non dovrebbe essere ostaggio della politica, bensì della rivelazione di Dio». Il dialogo ebraico-cristiano dopo il concilio Vaticano II e la dichiarazione Nostra aetate ha fatto molti progressi, tuttavia vi sono alcuni temi che, pur imprescindibili, sono particolarmente difficili da affrontare a causa delle loro implicazioni politiche, oltre che teologiche. Uno di questi è la questione della «terra promessa». Lo ha voluto comunque affrontare il Centro «Cardinal Bea» per gli studi giudaici della Pontificia università gregoriana, insieme all’Istituto tomista della Pontificia università San Tommaso d’Aquino, il 5 aprile in una conferenza su «Prospettive cattoliche ed ebraiche sulla promessa della terra e il suo significato contemporaneo».

In essa sono intervenuti il prof. Gavin D’Costa (Università di Bristol), con una riflessione su «Per un’affermazione teologica cattolica di Israele», e il rabbino David Rosen (Comitato ebraico americano) con un discorso su «Una prospettiva ebraica sulla promessa della terra e il suo significato contemporaneo».

Originale in nostro possesso. Nostra traduzione dall’inglese.

 

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