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Documenti, 9/2022, 01/05/2022, pag. 263

Bambini e pandemia

Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale – Commissione vaticana COVID-19

Il 22 dicembre 2021 la Commissione vaticana COVID-19 ha pubblicato il documento Bambini e COVID-19. Le vittime più vulnerabili della pandemia, per mettere in evidenza la condizione di «pandemia parallela» dei bambini. Il COVID-19 infatti ha ridotto molti bambini in estrema povertà e ne ha lasciati altrettanti senza figure di riferimento (genitori, tutori, persone care). La crescente insicurezza alimentare ha moltiplicato i decessi e i casi di malnutrizione. Sfruttamento, violenze e abusi sono notevolmente aumentati e l’accesso all’istruzione per molti è stato ridotto o addirittura sospeso. Il testo fornisce un elenco di obiettivi comuni per governi, organizzazioni civili e Chiesa, promuovendo innanzitutto l’equa distribuzione del vaccino COVID-19 e chiedendo di rafforzare i sistemi per la cura dei bambini all’interno della famiglia. Per questo motivo il Catholic Relief Services e i suoi partner hanno lanciato un progetto con risorse utili ai governi per assicurare un aiuto alle famiglie. La Commissione vaticana chiede inoltre agli stati di aumentare le spese di bilancio per rafforzare i sistemi di protezione dei bambini, e attribuisce un ruolo chiave alla scuola nel garantire a tutti l’accesso all’istruzione e proteggere quei bambini che durante il confinamento hanno subito traumi, comprese violenze fisiche e sessuali.

 

Stampa (22.12.2021) da sito web www.vatican.va.

La pandemia di COVID-19 ha spinto molti bambini in condizioni di grave povertà lasciandone altrettanti senza genitori o persone care che si prendevano cura di loro. In tutto il mondo, lo sfruttamento e la violenza contro i bambini sono aumentati, e l’accesso alle strutture educative è stato ridotto o sospeso. I governi, le organizzazioni della società civile e la Chiesa devono unirsi per alleviare la crescente sofferenza dei bambini più vulnerabili.

1. Situazione

Una generazione di bambini sta sopportando il peso delle conseguenze economiche, sanitarie e sociali della pandemia di COVID-19. L’improvviso aumento della povertà estrema in tutto il mondo, la crescente insicurezza alimentare e le misure di contenimento dei governi hanno messo a dura prova le famiglie. Il COVID-19 colpisce rapidamente, lasciando alle famiglie e alle comunità poco tempo per prepararsi alla morte o alla malattia a lungo termine dei genitori e di chi si prende cura di loro. Le denunce di violenze, abusi e sfruttamento dei bambini sono aumentate notevolmente dall’inizio della pandemia. Le avversità affrontate dalle comunità più povere sono sproporzionate.

C’è una crescente consapevolezza che garantire e proteggere i diritti dei bambini può promuovere uno sviluppo economico e sociale a lungo termine. I bambini che vivono in un ambiente protettivo ed educativo hanno più probabilità di raggiungere il loro pieno potenziale e meno probabilità di cadere in povertà, di incorrere in problematiche legali, di avere problemi di abuso di sostanze o di salute mentale. Il COVID-19 è paragonabile ad altri problemi umanitari per lo shock profondo subito dai bambini e dalle famiglie colpite, e, tuttavia, in questo caso, lo shock è di portata globale: sono stati colpiti, infatti, sia i paesi a basso che a medio e alto reddito, e in particolare i poveri e i vulnerabili.

– Si stima che, entro il 30 settembre 2021, più di 5 milioni di bambini abbiano perso un genitore, un nonno o un tutore secondario, a causa del COVID-19.Ciò significa che un bambino perde un genitore o una persona di riferimento ogni 12 secondi. Stime conservative suggeriscono che nei prossimi anni, altri milioni di bambini subiranno queste perdite e saranno esposti maggiormente al rischio di cadere in povertà, rimanere privi di cure familiari, essere messi in orfanotrofio e avere un accesso ridotto all’istruzione.

– I bambini stanno sperimentando un forte aumento della povertà delle loro famiglie, che si prevede continuerà nel 2021 nei paesi a basso reddito.Dopo decenni di riduzione della povertà, il COVID-19 ha fatto precipitare 150 milioni di bambini nella povertà. Per la prima volta da decenni, il numero di bambini impiegati nel lavoro minorile è aumentato raggiungendo i 160 milioni.

– La crescente insicurezza alimentare sta danneggiando un gran numero di bambini. Nel 2020, i 6-7 milioni di nuovi casi di malnutrizione acuta nei bambini sotto i cinque anni hanno portato alla morte di circa 10.000 bambini al mese, l’80% dei quali nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale.

– I bambini stanno subendo ritardi significativi nella loro istruzione. Più di 168 milioni di bambini hanno perso un intero anno scolastico durante i primi dodici mesi della pandemia e molti altri hanno avuto una scolarizzazione ridotta o a distanza.Questo si tradurrà in una perdita stimata di 10 trilioni di dollari di guadagni futuri per questa generazione, a cui si aggiungono ulteriori perdite economiche dovute alla chiusura delle strutture educative per la prima infanzia.

– I bambini sono molto più a rischio di violenza e sfruttamento. I servizi di prevenzione e risposta alla violenza sono stati interrotti per 1,8 miliardi di bambini.Il segretario generale dell’ONU ha espresso preoccupazione per «l’orribile aumento globale della violenza domestica» verificatosi a causa del COVID-19, con chiamate alle hotline per abusi domestici aumentate significativamente in alcuni paesi.

– Le ragazze corrono un rischio enorme. Circa 10 milioni di ragazze sono a rischio di matrimonio infantile a causa della pandemia, e numerosi rapporti parlano di un aumento delle gravidanze infantili.

– I bambini immunocompromessi o con disabilità sono particolarmente vulnerabili al COVID-19. Questo rischio è maggiore per i bambini che vivono in strutture di assistenza.

2. Analisi

Prima della pandemia, il mondo era lento a «mettere a punto (…) istituzioni economiche e programmi sociali che permettessero ai più poveri di accedere in modo regolare alle risorse di base» (Francesco, Laudato si’, n. 109; EV 31/689). Con l’inizio della pandemia il mondo è stato «costretto a confrontarsi con una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e interrelate» (Francesco, lettera, 4.4.2021). L’impatto sui bambini è stato particolarmente profondo. Gesù «si identifica specialmente con i più piccoli» e questo ci ricorda «che tutti noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei più fragili della Terra» (Francesco, Evangelii gaudium, n. 209; EV 29/2315). Il «grido silenzioso» dei bambini poveri dovrebbe «trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità» (Francesco, 15.11.2020).

I bambini che perdono un genitore o un tutore a causa della pandemia dovrebbero rimanere in una famiglia, quando possibile. La Chiesa riconosce che i genitori «hanno il dovere di amare e di rispettare i figli come persone e come figli di Dio, e di provvedere, per quanto possibile, ai loro bisogni materiali e spirituali» (Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, n. 460). «La vita di famiglia è un’iniziazione alla vita della società» (Compendio, n. 457). I bambini che perdono un genitore o una persona che si prendeva cura di loro, e che non possono essere accuditi dai loro parenti, dovrebbero poter contare su coloro che «possono mostrare la loro generosità mediante l’affido o l’adozione (...) e realizzano così una preziosa fecondità spirituale» (Compendio, n. 501). I genitori di «bambini con gravi difficoltà» non devono essere lasciati soli – «[dobbiamo] accompagnare la loro fatica, ma anche offrire loro momenti di gioia condivisa...».

«E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Mt 18,5). La violenza contro i bambini è contraria al messaggio del Vangelo, che ci affida la cura e la protezione dei più deboli e indifesi (cf. lett. ap. sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili).«La corsa sfrenata verso guadagni rapidi e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso di minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia». «In questo momento di riflessione, in cui cerchiamo di modellare la nostra azione futura e di dare forma a un’agenda internazionale post-COVID-19, dovremmo prestare particolare attenzione al pericolo reale di dimenticare quanti sono rimasti indietro. Corrono il rischio di essere attaccati da un virus ancora peggiore del COVID-19: quello dell’indifferenza egoista».

– I bambini di oggi sono il fondamento del nostro futuro. «Se i genitori sono come le fondamenta della casa, i figli sono come le “pietre vive” della famiglia» (Francesco, Amoris laetitia, n. 14; EV 32/243). I bambini che sono accuditi e protetti hanno maggiori probabilità di raggiungere il pieno potenziale del loro sviluppo fisico, cognitivo, emotivo, sociale e spirituale. Hanno anche maggiori probabilità di frequentare la scuola, di avere risultati accademici migliori e di avere una salute migliore per tutta la vita. Sostenere il benessere dei bambini oggi contribuirà alla riduzione della povertà e della disuguaglianza nel corso delle generazioni future.

– Valorizzare le cure basate sulla famiglia. «I bambini, appena nati, incominciano a ricevere in dono, insieme col nutrimento e le cure, la conferma delle qualità spirituali dell’amore. Gli atti dell’amore passano attraverso il dono del nome personale, la condivisione del linguaggio, le intenzioni degli sguardi, le illuminazioni dei sorrisi» (Amoris laetitia, n. 172; EV 32/401). Inoltre, «la famiglia, comunità naturale in cui si esperimenta la socialità umana, contribuisce in modo unico e insostituibile al bene della società» (Compendio, n. 213). I nostri sforzi fisici e spirituali dovrebbero concentrarsi sul rafforzamento della capacità delle famiglie di prendersi cura di questi bambini, specialmente dei poveri.

– Le nostre risposte alla vulnerabilità dei bambini, rispetto all’attuale situazione sanitaria, dovrebbero essere olistiche. L’intera gamma dei loro bisogni dovrebbe essere affrontata durante la pandemia, ma anche e soprattutto dopo. Questa è la base dello sviluppo umano integrale. Quando, nel 2020, le scuole di tutto il mondo hanno chiuso, circa 39 miliardi di pasti scolastici non sono stati serviti, portando a un aumento della malnutrizione infantile.Il peggioramento della povertà, durante la pandemia, ha aumentato la probabilità del matrimonio infantile, per esempio, come modo per alleviare la pressione finanziaria in un momento di incertezza economica.«L’inequità non colpisce solo gli individui, ma paesi interi, e obbliga a pensare a un’etica delle relazioni internazionali» (Laudato si’, n. 51; EV 31/631). Questa etica include il dovere di massimizzare i nostri sforzi per garantire allo stesso tempo la protezione, la cura, la salute e l’educazione di ogni bambino, un approccio che, nel tempo, ridurrà significativamente questa disuguaglianza.

3. Azione

Ai responsabili politici e alla società civile:

– Promuovere l’equa distribuzione del vaccino COVID-19. Gli effetti nocivi del virus sui bambini possono essere completamente mitigati solo se si limita la diffusione del COVID-19. Vaccinarsi è «un atto d’amore», «amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli» (Francesco, 18.8.2021).

– Rafforzare i sistemi che promuovono la cura dei bambini all’interno della famiglia: il COVID-19 si muove rapidamente e lascia poco tempo alle famiglie per prepararsi. Ogni sforzo dovrebbe essere fatto per evitare la separazione dei bambini e per fornire assistenza ai genitori superstiti o alle famiglie affidatarie/adottive. Catholic Relief Services e i suoi partner hanno lanciato Changing the way we care, che contiene risorse utili su come i governi e i loro partner possano assicurare che i bambini rimangano con le loro famiglie. Ai bambini in lutto dovrebbe essere fornito un sostegno psicosociale.

– Dedicare una maggiore spesa di bilancio alla protezione dei bambini.  I governi dovrebbero riconoscere come la protezione dei bambini dalla violenza, dallo sfruttamento e dall’abbandono possa contribuire, a lungo termine, al raggiungimento dei loro obiettivi in materia di istruzione, salute e riduzione della povertà. La protezione dell’infanzia è spesso una bassa priorità e riceve finanziamenti minimi dal governo. I governi dovrebbero sviluppare, rafforzare e finanziare i loro sistemi di protezione dell’infanzia.

– Combinare i trasferimenti di denaro per i poveri con programmi complementari. Gli studi dimostrano che i trasferimenti in contanti che mirano, nell’ambito della protezione sociale, a contrastare la povertà di reddito, sono molto più efficaci se combinati con programmi di assistenza sociale come il sostegno psicosociale e la genitorialità positiva, che affrontano le significative barriere non finanziarie con cui devono fare i conti i bambini poveri e le loro famiglie.

– Proteggere i bambini che hanno subìto un trauma alla riapertura delle scuole. Molti bambini che tornano a scuola hanno subìto un trauma durante il lockdown, compresi abusi fisici e sessuali. Molte ragazze potrebbero non tornare più a scuola a causa delle sfide specifiche che devono affrontare. Le scuole dovrebbero lavorare per rispondere ai bisogni dei bambini colpiti dal trauma e per aiutare quelli che affrontano barriere all’accesso e alla partecipazione scolastica.

Alle organizzazioni della Chiesa:

– Le diocesi e le parrocchie dovrebbero essere preparate a intervenire rapidamente quando le famiglie sono colpite dal COVID-19. Poiché il COVID-19 progredisce rapidamente, le parrocchie possono istituire squadre di risposta rapida per identificare preventivamente le famiglie a rischio, fornire loro preghiera e assistenza, guidarle attraverso il processo di lutto e sostenerle dopo la perdita. L’improvviso insorgere della povertà può aumentare il rischio che un bambino venga separato dalla sua famiglia.

– Garantire un’assistenza sicura e arricchente all’interno della famiglia dovrebbe essere una priorità per la Chiesa. I membri della parrocchia possono mobilitarsi per assicurare che i bambini colpiti dal COVID-19 rimangano nell’assistenza familiare. In caso di morte di un genitore o di chi si prende cura del bambino, le Chiese possono anche aiutare a identificare e sostenere i parenti che si prenderanno cura del bambino, o sostenerne l’affidamento o l’adozione.

– Raddoppiare gli sforzi per trovare una famiglia per ogni bambino. L’Unione internazionale dei superiori generali ha lanciato l’iniziativa Catholic care for children international, che si occupa dei bisogni di circa 5,6 milioni di bambini in strutture residenziali cattoliche. L’obiettivo è quello di trovare una famiglia amorevole per il maggior numero possibile di questi bambini e di poter realizzare il passaggio dagli orfanotrofi ad altre risorse della comunità, come asili o altri fornitori di servizi sociali.

– Affrontare direttamente l’aumento della violenza contro i bambini durante la pandemia di COVID-19. I bambini sono il futuro della Chiesa. Le parrocchie possono lavorare per ridurre la banalizzazione della violenza contro i bambini dentro e fuori la famiglia. Possono creare spazi sicuri dove i bambini a rischio possano ricevere consulenza e sostegno come membri a pieno titolo e di valore della comunità parrocchiale. Possono anche istituire gruppi di sostegno tra pari per ridurre l’isolamento sociale dei bambini e dei giovani durante l’emergenza sanitaria. Si possono, inoltre, promuovere relazioni positive tra genitori e figli, attraverso programmi di formazione specifici, da realizzare per gruppi e in case individuali. Le Chiese possono anche individuare i bambini a rischio di violenza e fornire loro un sostegno diretto o metterli in contatto con i programmi e i servizi disponibili.

 

Città del Vaticano, 15 dicembre 2021.

 

Tipo Documento
Tema Santa Sede
Area
Nazioni